
Sign up to save your podcasts
Or


All’indomani dell’attacco di Hamas del 7 ottobre scorso, Israele, com’è noto, ha dapprima dichiarato di essere “in guerra” e ha poi attivato il meccanismo di emergenza mediante il gabinetto di sicurezza e l’applicazione dell’art. 40 della Legge fondamentale che regola – anche se non con il crisma della Costituzione – simili situazioni. Da ormai due settimane lo Stato ebraico ha posto sotto assedio Gaza attraverso l’uso di mezzi aerei, provocando, secondo le stime Onu, più di 4.600 morti, di cui almeno due terzi civili, colpendo oltre il 42% delle abitazioni della Striscia e contribuendo a un disastro sociale e umanitario con quasi un milione e mezzo di sfollati, cui difficilmente si intravede una soluzione, vista la comprensibile reticenza dell’Egitto a farsi carico della completa gestione dei rifugiati.
By Alessandro RicciAll’indomani dell’attacco di Hamas del 7 ottobre scorso, Israele, com’è noto, ha dapprima dichiarato di essere “in guerra” e ha poi attivato il meccanismo di emergenza mediante il gabinetto di sicurezza e l’applicazione dell’art. 40 della Legge fondamentale che regola – anche se non con il crisma della Costituzione – simili situazioni. Da ormai due settimane lo Stato ebraico ha posto sotto assedio Gaza attraverso l’uso di mezzi aerei, provocando, secondo le stime Onu, più di 4.600 morti, di cui almeno due terzi civili, colpendo oltre il 42% delle abitazioni della Striscia e contribuendo a un disastro sociale e umanitario con quasi un milione e mezzo di sfollati, cui difficilmente si intravede una soluzione, vista la comprensibile reticenza dell’Egitto a farsi carico della completa gestione dei rifugiati.