Con questa puntata, diamo avvio a una serie di approfondimenti sulle pestilenze che colpirono le città del Nord Italia tra Cinquecento e Seicento. Abbiamo imparato a conoscere molto bene, in tempi recenti, la geografia della Lombardia orientale. Cremona, Bergamo e Brescia sono state, infatti, al centro dell’attenzione mediatica, in ragione della violenza con cui Covid-19 ha colpito quelle città e le loro province agli inizi del 2020. In un passato più remoto, per la precisione tra XVI e XVII secolo, l’Italia settentrionale dovette affrontare crisi epidemiche ancora più gravi, che ebbero effetti molto pesanti sulla società dell’epoca, per decenni e persino per secoli. Brescia, in particolare, fu letteralmente travolta dalla peste di San Carlo, di cui ci hanno parlato Massimo Rospocher e Rosa Salzberg nella puntata precedente. La peste del 1576-77 uccise un terzo della popolazione cittadina e ridimensionò, di molto, il ruolo economico e politico della più importante città lombarda soggetta a Venezia. Attraverso la voce di testimoni diretti e i documenti trasmessi dai medici del tempo, analizzeremo come Brescia affrontò la peste del 1577, trovando risposte, più o meno efficaci, nella scienza medica, nell’opinione comune e nella religiosità.
Da un testo di Enrico Valseriati, post-doc presso l’Istituto Storico Italo-Germanico della Fondazione Bruno Kessler