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Di per sé il termine “giudicare” non ha un’accezione negativa. Non è necessariamente sinonimo di "criticare", come spesso si pensa. In effetti è praticamente impossibile non giudicare: siamo biologicamente predisposti per farlo, abbiamo delle aree del cervello deputate a questo, e lo facciamo fin da piccoli. Giudicare ci serve per sopravvivere.
La tendenza a giudicare una persona o una situazione assume una connotazione negativa quando non si tratta più di discernimento e categorizzazione, ma di valore negativo che attribuiamo loro sulla base delle nostre aspettative e delle nostre opinioni rispetto a come dovrebbero essere. Il giudizio negativo scatta quando non riusciamo a considerare che quella situazione, quella parola, quell'azione che non ci è piaciuta va presa per quello che è e non per quello che suscita dentro di noi: quando una persona fa o dice una cosa che non ci piace, tendiamo a giudicare l’intera persona invece
Usare strumenti come l’osservazione, l’ascolto e il confronto significa cominciare a togliersi dagli occhi un po’ di quei filtri che agiscono come lenti deformanti della realtà che vogliamo giudicare. In fin dei conti, quando giudichiamo senza usare comprensione ed empatia, il più delle volte facciamo del male sia a noi stessi che all’altra persona.
Che perdite enormi può causare il giudizio! Nelle relazioni tra parenti, nei rapporti di coppia, tra amici… Purtroppo anche tra genitori e figli.
Partendo dal presupposto che lo sviluppo psicologico ed emotivo di un bambino, e quindi anche la percezione di sé e la sua autostima, vengono grandemente influenzati dai messaggi che riceve dai suoi genitori e dagli altri adulti di riferimento, compresi nonni, insegnanti e babysitter vari, un bambino che si senta giudicato e criticato dai
Se hai curiosità, dubbi o domande, non esitare a contattarmi scrivendomi una mail a [email protected]
By Annalisa PiliegoDi per sé il termine “giudicare” non ha un’accezione negativa. Non è necessariamente sinonimo di "criticare", come spesso si pensa. In effetti è praticamente impossibile non giudicare: siamo biologicamente predisposti per farlo, abbiamo delle aree del cervello deputate a questo, e lo facciamo fin da piccoli. Giudicare ci serve per sopravvivere.
La tendenza a giudicare una persona o una situazione assume una connotazione negativa quando non si tratta più di discernimento e categorizzazione, ma di valore negativo che attribuiamo loro sulla base delle nostre aspettative e delle nostre opinioni rispetto a come dovrebbero essere. Il giudizio negativo scatta quando non riusciamo a considerare che quella situazione, quella parola, quell'azione che non ci è piaciuta va presa per quello che è e non per quello che suscita dentro di noi: quando una persona fa o dice una cosa che non ci piace, tendiamo a giudicare l’intera persona invece
Usare strumenti come l’osservazione, l’ascolto e il confronto significa cominciare a togliersi dagli occhi un po’ di quei filtri che agiscono come lenti deformanti della realtà che vogliamo giudicare. In fin dei conti, quando giudichiamo senza usare comprensione ed empatia, il più delle volte facciamo del male sia a noi stessi che all’altra persona.
Che perdite enormi può causare il giudizio! Nelle relazioni tra parenti, nei rapporti di coppia, tra amici… Purtroppo anche tra genitori e figli.
Partendo dal presupposto che lo sviluppo psicologico ed emotivo di un bambino, e quindi anche la percezione di sé e la sua autostima, vengono grandemente influenzati dai messaggi che riceve dai suoi genitori e dagli altri adulti di riferimento, compresi nonni, insegnanti e babysitter vari, un bambino che si senta giudicato e criticato dai
Se hai curiosità, dubbi o domande, non esitare a contattarmi scrivendomi una mail a [email protected]