Il 24 maggio 1972, William, nonostante la disavventura del giorno precedente, riprende la sua ricerca. Decide di seguire il suo piano originale e si reca alla biblioteca comunale, situata nello scantinato del municipio. Il bibliotecario, pur non parlando inglese, lo aiuta e gli consiglia un libro sulla storia antica di San Benedetto, scritto da un prete del Duomo, la Cattedrale di "Santa Maria della Marina". William consulta il libro, ma non trova menzioni chiare dell'abbazia. Sulla via del ritorno verso la locanda di Via Laberinto, si imbatte in una scena di vita locale in Via Volturno: una "retara", una donna che fabbrica reti da pesca, suscitando la sua curiosità ma anche la sua difficoltà nel comprendere il dialetto. Il giorno seguente, 25 maggio, William si dirige verso il Duomo sotto un forte temporale. All'interno della chiesa buia, illuminata da candele, incontra il prete autore del libro, che sembra quasi attenderlo. Durante la loro conversazione, il prete si dimostra evasivo riguardo all'esistenza dell'abbazia, sottolineando come la ricerca di William non sia passata inosservata e suggerendo che la verità si trova solo dicendo la verità. Parla della stranezza di trovare monaci benedettini in un luogo così esposto e povero, ma accenna anche alla possibilità che siano stati assaliti da pirati. Di fronte alla frustrazione di William, il prete alla fine prende la sua mappa e disegna un cerchio attorno al Duomo, poi segna una strada verso il Torrione e fa un altro cerchio, indicando infine con una croce un punto preciso in una piazza vicina, dicendogli: "Qui. Vai qui.
Nota dell'autore: La storia narrata è frutto di fantasia e opera di pura narrativa. Sebbene i luoghi della città di San Benedetto del Tronto siano stati storicamente ricercati e narrati, gli avvenimenti e i personaggi sono esclusivo frutto d’invenzione e dunque ogni riferimento a persone realmente esistite nel corso della narrazione è totalmente casuale.