È sempre il 25 maggio 1972. Seguendo le indicazioni del prete, William raggiunge faticosamente il Torrione, nel cuore del Paese Alto, mentre il temporale si placa. Dalla cima della Torre dei Gualtieri, osserva la città e il mare, riflettendo sulle parole del prete riguardo ai monaci, ai pirati e all'improbabilità di un'abbazia in quel luogo. La sua logica si scontra con la storia antica e i nomi che cambiano: si interroga sul nome "San Benedetto del Tronto", non vedendo tracce evidenti né di San Benedetto né del fiume Tronto, ma solo del torrente Albula. Temendo l'ennesima delusione, esita, ma la "X" sulla mappa lo spinge a proseguire. Raggiunge la piazza indicata e una costruzione sacra in mattoni. Entrando, di fianco all'altare, vede una grande statua di una figura imponente con gonna, mantello rosso e stivali, che inizialmente scambia per una donna. Avvicinandosi, nota i muscoli maschili, un elmo e una spada: la statua tiene in mano un modellino della città. Legge l'iscrizione alla base: "BENEDICI LA TUA CITTA’". Capisce che si tratta di un guerriero, non un monaco: è San Benedetto Martire, un soldato romano patrono della città. Nella nicchia solitamente occupata dalla statua, ora vuota, William scopre dietro un vetro decorato un teschio umano e altre ossa tra le rose. A quella vista, ride amaramente, comprendendo l'equivoco. Nessuna abbazia di monaci cucinieri, ma le reliquie di un santo guerriero. William conclude che tornerà a New York per raccontare tutto al suo chef. Il narratore, Ettore Mariani, chiude la vicenda sottolineando che il destino di William rimane ignoto, ma il vero brodetto alla sambenedettese continua a essere preparato, il suo segreto non in un'antica pergamena, ma nelle mani di chi lo cucina.
Nota dell'autore:
La storia narrata è frutto di fantasia e opera di pura narrativa. Sebbene i luoghi della città di San Benedetto del Tronto siano stati storicamente ricercati e narrati, gli avvenimenti e i personaggi sono esclusivo frutto d’invenzione e dunque ogni riferimento a persone realmente esistite nel corso della narrazione è totalmente casuale.