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Verso la fine dell'Ottocento la Francia si ritrova, dopo secoli da protagonista, ad avere un ruolo marginale in Europa. Ha perso il conflitto con la Prussia, porta i segni dello scontro civile e ha impressa nella memoria l'umiliante richiesta d'aiuto ai nemici prussiani per reprimere la Comune di Parigi. Il paese è in cerca di ricostruirsi un'identità e di consolazione. Ed è in questo clima che lo storico Ernest Renan scrive e pronuncia nel 1882 il suo discorso “Che cos'è una nazione”. “Una riflessione ad alta voce ad un pubblico che ha bisogno di ascoltare parole di conforto”, spiega lo storico sociale delle idee David Bidussa nella nuova puntata di “pagine e svolte”. Un discorso, quello di Renan, profondamente attuale, che spiega cosa significa per una nazione saper fare i conti con la propria debolezza.
Verso la fine dell'Ottocento la Francia si ritrova, dopo secoli da protagonista, ad avere un ruolo marginale in Europa. Ha perso il conflitto con la Prussia, porta i segni dello scontro civile e ha impressa nella memoria l'umiliante richiesta d'aiuto ai nemici prussiani per reprimere la Comune di Parigi. Il paese è in cerca di ricostruirsi un'identità e di consolazione. Ed è in questo clima che lo storico Ernest Renan scrive e pronuncia nel 1882 il suo discorso “Che cos'è una nazione”. “Una riflessione ad alta voce ad un pubblico che ha bisogno di ascoltare parole di conforto”, spiega lo storico sociale delle idee David Bidussa nella nuova puntata di “pagine e svolte”. Un discorso, quello di Renan, profondamente attuale, che spiega cosa significa per una nazione saper fare i conti con la propria debolezza.