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“Il motivo per cui scegliamo di cavalcare l'onda della nostra vita determina la differenza sostanziale tra il vivere e il sopravvivere”. Nicoletta Quagliarella

Come stai vivendo? I tuoi comportamenti sono indirizzati a evitare la sofferenza o a raggiungere la tua piena soddisfazione nella tua realizzazione?

Ecco, la tua risposta ti sta comunicando se sei qui, in questo mondo, PER LASCIARTI VIVERE oppure PER VIVERE.

Nel primo caso non scegliamo, non ci assumiamo il timone della nostra vita nelle nostre mani, siamo spesso e volentieri insicuri, insoddisfatti, spesso ci sentiamo vittime che scarichiamo il nostro stare male sugli altri. Siamo dei mozzi che aspettano le direttive dagli altri per poter proseguire. Raramente abbracciamo il nuovo perché ci spaventa metterci in gioco e buttarci in avventure di cui non abbiamo ancora fatto esperienza. La nostra più grande responsabilità che ci assumiamo è fare di tutto per mantenere lo status quo acquisito (o meglio che gli altri hanno acquisito per noi). In questa rigidità, tutto diventa pesante e noi sempre più diventiamo pachidermici nella nostra staticità. Stiamo male sì ma va bene “tanto siamo qui per soffrire”. Quando arriviamo a non sopportare più il male che stiamo provando, ecco che ci aspettiamo che siano sempre e solo gli altri a fare in modo che noi cominciamo a stare bene e ci aggrappiamo a loro pretendendo di essere presi in braccio, in modo tale che siano gli altri a camminare per noi…ma questo funzionava solo fino a quando avevamo un anno della nostra vita e avevamo bisogno di chiunque per entrare a far parte del mondo,

Nel secondo caso, invece, siamo disposti a tutto per conquistarci il nostro pezzettino di paradiso qui su questa terra. Ci mettiamo in gioco da protagonisti, da coloro che scelgono e decidono di agire per il proprio benessere. Agiamo da capitani, tenendo ben fisse le nostre mani sul timone della nostra vita. Nei momenti di sconforto, di stanchezza, di paura, rimaniamo focalizzati sulla nostra realizzazione, su quello che ci occorre per stare bene. Sappiamo che quando siamo nel mal-essere è perchè sempre più stiamo “affilando la lama” del nostro cammino evolutivo, sempre più ci stiamo connettendo con la nostra essenza attraverso il nostro cuore palpitante di vita. Dagli altri non ci aspettiamo nulla se non di essere rispettati nella nostra unicità, nella nostra volontà di scoprirci veri, autentici. Gli altri non sono mai nemici da combattere, ma coloro che sono entrati nella nostra vita per specchiare dentro di noi cosa ancora sta remando contro la nostra piena realizzazione. Tutte le sensazioni che proviamo lasciamo che fluiscano liberamente, perché sappiamo che fanno parte di questo meraviglioso gioco chiamato vita. Non ci arrendiamo mai, perché sappiamo che la vita ci può stupire improvvisamente. Ci diamo il permesso di avere dei sogni e soprattutto ce la mettiamo tutta per concretizzarli.

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Carlotta Conegian è una osteopata.

In questa intervista ci racconta cos’è l’osteopatia, il suo approccio con i pazienti e i suoi progetti futuri.

Ci spiega anche quale cambio di mentalità e di pratica sta avvenendo nel mondo della riabilitazione.

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Contatti di Carlotta Conegian

Visita il sito internet: https://www.miodottore.it/carlotta-conegian/osteopata/cormano

Chiama al numero di telefono: 3472327665

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Katia Catalano è una poetessa, critico d'arte, giurista e conduttrice radiofonica.

In questa intervista ci parla soprattutto della sua esperienza con la poesia e l’arte più in generale.

Ci racconta il suo metodo di Poesia Energetica. E come aiuta gli altri a riscoprire la propria autenticità attraverso questo approccio artistico.

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Contatti di Katia Catalano

Visita il sito internet: https://www.katiapoesia.it/

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“Un percorso evolutivo, di qualsiasi tipo, deve durare il tempo che occorre, senza che siamo noi professionisti ad avere bisogno che i percorsi si protraggano”. Nicoletta Quagliarella


Per andare oltre qualsiasi situazione di mal-essere occorre innanzitutto rendersene conto e poi avere voglia di stare bene, desiderare follemente la felicità e quindi avere la forza di chiedere aiuto quando da soli sentiamo di non farcela.

Mentre il dolore fa parte della vita, la sofferenza è una sensazione frutto dell’ego che ci urla che abbiamo tutte le ragioni per stare fermi, immobili nella nostra zona di comfort, negandoci la possibilità di assumerci la responsabilità di agire per la nostra realizzazione e per il nostro ben-essere.

Spesso è necessario farsi aiutare per andare oltre le trappole della nostra mente e smentirla, altrimenti il sabotatore che vive in noi avrà sempre la meglio e ci terrà ancorati a chi gli altri vogliono che noi siamo, ma noi siamo qui per esprimere chi siamo davvero.

Per ogni volta in cui sentiamo di stare male, interiormente, e per tutte quelle volte in cui il nostro corpo ci manda i suoi segnali di fumo attraverso sintomi spesso insostenibili, il primo grande atto di cor-aggio verso noi stessi è percepire dentro di noi che davvero vogliamo stare bene e realizzarci e poi, se sentiamo intoppi per attivarci da soli, andiamo alla ricerca di persone che ci accompagnino a riscoprire la parte più vera di noi, evitando chi ci aiuta attraverso i consigli.

MA QUANTO DEVE DURARE UN PERCORSO EVOLUTIVO?

Q.B., QUANTO BASTA, è la nostra risposta.

E’ necessario che ciascun professionista sia obiettivo e riconosca passo dopo passo quando il percorso ha raggiunto il capolinea. Noi professionisti del ben-essere a volte non abbiamo fatto i conti con il nostro bisogno di avere pazienti/clienti e per questo protraiamo i percorsi per il nostro bene e non per il bene di coloro che stiamo sostenendo. Allo stesso tempo spesso quando decidiamo di cominciare un percorso di qualsiasi tipo, talmente siamo radicati nell’urgenza, ci si aspetta un “best before”, la scadenza, ma cominciare un percorso con la smania di terminarlo significa che stiamo perdendo la parte più educativa dell’esperienza: il viaggio stesso.

Ciascuno, dunque, ha le proprie esperienze da fare, ciascuno quindi trovi le proprie risposte e riscopri le proprie risorse perché allora ci faremo accompagnare quel tanto che basta, quando la strada diventerà parecchio in salita, evitando inutili e costose dipendenze, in quanto tutto è già dentro di noi.

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“Bisogna stare con i propri simili di cuore e dì anima”

La relazione con gli altri, di qualsiasi tipo, a volte assume le caratteristiche di tossicità per noi, la nostra quotidianità, la nostra realizzazione.

Ci sono persone che ci iniettano veleni giorno dopo giorno attraverso la relazione più spicciola, il ricatto, la frustrazione, la paura, l’impotenza, l’indifferenza, attraverso i gesti, il non detto, il raccontarsela.

Effettivamente ci sono veleni che assumiamo quotidianamente fin da quando eravamo piccini.
Ci sono veleni che, spesso inconsapevolmente, ci vengono trasmessi perché coloro che ce li trasmettono a loro volta li ritengono strategie perfette per portare avanti il loro gioco della vita.
Ci sono veleni che fanno così talmente tanto parte di noi che spesso non ce ne accorgiamo o che ci risulta più comodo continuare ad assimilarli.

E noi sempre più li assumiamo attraverso il nostro senso di inadeguatezza, di non sentirci mai abbastanza, il nostro sentirci in colpa, la paura dell'abbandono, l'incertezza dell'amore, l'amore meritato e da meritarsi, il dover essere diversi perché chi si è non va mai bene.

E poi ci sono persone che sono ANTIDOTO e ci sono per mostrarci che è dentro di noi che si trova l’antidoto a questo tipo di veleni: è il nostro essere puro, prezioso.

E’ il nostro essere luminoso.

E c'è dunque chi diventa consapevole e ogni giorno sceglie di trasformare il proprio veleno in energia di luce e amore, attraverso l’antidoto del loro ri-scoprirsi veri, autentici, puliti, belli.

Di seguito un esercizio pratico che porta a fare chiarezza sulle tue relazioni.
Che ti porta a scegliere chi, tra le persone che conosci, vuoi continuare a frequentare o decidi di lasciare andare, chi ti sta stimolando a crescere sfinendo le tue paure, chi invece continua ad essere una zavorra per la tua realizzazione e la tua piena soddisfazione:

A. presa di conoscenza e punto della situazione: prendi un foglio, posizionalo orizzontalmente e scrivi al centro IO e poi scrivi tutte le relazioni che ti vengono in mente attraverso i NOMI delle relative persone (molte delle persone compongono il tuo ambiente di sostegno);

B. consapevolizzazione: scrivi in fianco al nome così come lo senti in quell’istante: ++ = la relazione va bene così come è; + = la relazione va bene ma occorre migliorarla; - = la relazione non va molto bene; -- = la relazione non funziona per nulla;

C. azione: crea 3 gruppi indipendentemente dai segni + o – del punto B e nomina ciascun gruppo con:

1. Love it_la relazione va bene così come è.
2. List it_la relazione NON va bene così come la sto vivendo e quindi decido di lasciare andare quella persona.
3. Change it_ la relazione NON va bene così come la sto vivendo e quindi decido di trasformarla.

Successivamente decidi il da farsi, cosa vuoi/puoi fare per portarla al livello “love it” o al livello “list it”. ———————————————————————————————————————— EssenzialMente InForma è anche social! SEGUICI SU
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Antonella Rossi è una social media manager e marketer digitale.

Si è specializzata nell’aiutare le figure nel campo del benessere e della salute su come comunicare la propria professionalità al mondo.

In questo episodio parliamo della sua storia e di come poter iniziare a comunicare in modo naturale ed efficace, soprattutto se sei un operatore del benessere. ——————————————————————————————————————————— Contatti di Antonella Rossi

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"La vita è un conflitto tra la personalità e l'anima" Jodorovski

Per quale motivo il corpo sta male?

“Non è il sale. Non sono le farine. Non è la bibita. Non è lo zucchero. Non è il cibo. Non è il glutine. Sono le nostre emozioni! Sono i nostri pensieri!
Sta male perché non hai ancora imparato a divertirti, perché vivi solo di doveri e costrizioni e dimentichi il piacere.
Sta male perché accumuli rabbia ed emozioni tossiche. Il corpo somatizza perché rifiuti il presente e permetti al passato di definirti, di decidere della tua vita e del tuo destino.

Il corpo ti manda sintomi perché non chiudi i cerchi della vita e ti vesti da vittima continuando a ricreare la profezia che si autoavvera.
Il corpo sta male perché hai ceduto all'apatia e ti sei lasciato vincere.
Perché non credi di meritare una vita diversa, perché credi di non farcela, perché dubiti continuamente di te e ti giudichi impietosamente.
Perché hai ceduto la tua potenza ad altri: alla tua famiglia, al tuo partner, ai tuoi figli.
Perché cerchi continuamente conferme e approvazione esterna. Perché non hai il coraggio di darti più valore.
Perché taci quando devi urlare, non ti esprimi per quieto vivere, per non deludere le aspettative.
Perché continui a cercare fuori di te i colpevoli del tuo malessere: familiari, problemi, destino, malattie...e rifiuti il fatto che sei responsabile al 100% della tua vita e che se vuoi davvero guarire devi smettere di cercare colpevoli.
Perché non hai il coraggio di connetterti con la tua essenza, perché hai paura della libertà e quindi scegli di vivere nella gabbia che ti sei costruito.
Perché non ti dai il permesso di ricordare che siamo nati per evolvere e superare tutti i limiti. Il tuo corpo genera malattie perché tu ti decida a guardare le tue ferite e a risanarle”.
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Con il nostro lavoro vediamo tante persone che stanno male, che non ce la fanno più, che hanno voglia di mollare o che hanno già mollato e si lasciano vivere. Oppure vediamo persone che hanno voglia di approdare da qualche parte ma che continuano a girare intorno a loro stesse.

E ancora persone che hanno spento la luce dei loro occhi, per i quali tutto è diventato insormontabile e insostenibile; altri invece che si sono arenati senza trovare un appiglio con cui liberarsi dalla palude in cui sono immersi…

Tante volte ci siamo trovati anche noi stessi in ciascuna di queste situazioni e quello che abbiamo imparato è stato DECIDERE DI CHIEDERE AIUTO.

Per andare oltre qualsiasi situazione di malEssere occorre innanzitutto rendersene conto e in seguito avere voglia di stare bene, desiderare follemente la felicità e quindi avere la volontà di chiedere aiuto quando da soli sentiamo di non farcela.

Quando la vita ci ripropone sempre le stesse esperienze è perché vuole che si faccia un determinato tipo di passaggio e finchè non lo faremo amplificherà gli effetti ma non perché sia malvagia ma perché vuole accompagnarci a evolvere.

Siamo qui per questo, per fare esperienza e raggiungere il nostro essere più vero, autentico al di là dei condizionamenti esterni che abbiamo subìto per compiacere gli altri, perché tutti bisognosi di essere amati. E tutte le situazioni scomode che attiriamo sono "pagate" perché ci facciano da specchio, sono i nostri maestri arrivati per costringerci al nostro passaggio.

Il dolore fa parte della vita, la sofferenza invece che ci manda nel baratro fa parte dell'ego che ci tiene ancorati ai suoi schemi, ai suoi programmi.

Spesso è necessario farsi aiutare per andare oltre le trappole della nostra mente che ingabbia il nostro corpo e la nostra realizzazione. E' necessario smentire la nostra chiacchera mentale altrimenti il sabotatore che vive in noi avrà sempre la meglio e ci terrà ancorati a chi gli altri vogliono che noi siamo, ma noi siamo qui per esprimere chi siamo davvero.

Per cui, ogni volta in cui ti senti con il morale sotto i piedi, il primo atto di volontà è percepire che davvero vuoi stare bene e, successivamente, se senti degli ostacoli, delle difficoltà, dei limiti a raggiungere il tuo BenEssere, allora vai alla ricerca di persone che ti sappiano accompagnare a riscoprire la parte più vera di te. Persone che NON SI SOSTITUISCONO A TE ma che, come delle stampelle, ti aiutano a camminare quando il cammino si fa parecchio in salita oppure le gambe proprio non ti reggono da sole.
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Antonio Pisano è un riflessologo, o come a lui piace definirsi un operatore dell’essere. In questa terza intervista nel nostro podcast Antonio ci parla del suo libro intitolato “Il meraviglioso viaggio di Jantu”. Parleremo del viaggio della gestazione. Un viaggio che è stato per ognuno di noi il viaggio della vita, il percorso che ci ha forgiati più di qualsiasi altra cosa. Come si è alimentata la mamma, le emozioni che ha vissuto, l’ambiente circostante, il rapporto con il nostro papà e soprattutto il dialogo che abbiamo stabilito in quei mesi con nostra madre e i risultati di tutte quelle percezioni scaturite in ogni istante del viaggio, costituiscono come oggi affrontiamo la vita in tutte le sue sfaccettature. Ti interessa scoprire come questo viaggio, che per i più considerato passivo, possa invece rivelarsi determinante per la vita che stai vivendo adesso? ——————————————————————————————————————————— Contatti di Antonio Pisano Invia una mail a: [email protected] Numero di telefono: +39 349 366 1570 Visitia il sito internet: www.videodelbenessere.it Pagina Facebook: https://www.facebook.com/antoniopisano.benessere ——————————————————————————————————————————— Il libro di Antonio Pisano Il meraviglioso viaggio di Jantu - (link per acquisto qui sotto) https://www.amazon.it/meraviglioso-viaggio-Jantu-Antonio-Pisano/dp/B09PM84JJ8/ref=sr_1_1?__mk_it_IT=%C3%85M%C3%85%C5%BD%C3%95%C3%91&crid=19LSFYTTYHHWQ&keywords=antonio+pisano&qid=1670354012&sprefix=antonio+pisano%2Caps%2C130&sr=8-1

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“La materia non esiste, tutto è energia e vibrazione” (Albert Einstein) Come si ricarica il nostro corpo? Da dove trae l’energia necessaria per permetterci di vivere la nostra quotidianità? Se state pensando: “attraverso il cibo”, ecco questa affermazione è vera ma non sufficiente in quanto il nostro corpo si carica anche attraverso il mondo esterno. Di fatto IL CORPO HA BISOGNO DI ELETTRONI che ottiene sì attraverso il cibo, ma non solo. Il contatto con quello che ci circonda, contribuisce a ricaricarci, a nutrirci : - la magnitudo della terra - il sole: NB deve però essere a contatto con la pelle - tutto ciò che è connesso con l’acqua: NB il mare è uno dei punti di maggiore conduzione di elettroni - le relazioni con gli altri. Nel caso delle relazioni con gli altri, dipende dal tipo di relazione: se è una relazione basata sulla fiducia, lo scambio, il rispetto reciproco, allora ci sentiremo nutriti, soddisfatti, senza il bisogno di compensare con altro. Al contrario se siamo a contatto con relazioni basate solo sul dare senza ricevere, ecco che ci sentiremo svuotati e sentiremo il bisogno di compensare con altro, soprattutto andremo alla ricerca di cibo (spesso calorico e gustoso) che andrà a ricaricarci di quel calore, di quella energia che abbiamo dato a chi invece ha preso da noi senza donarsi.

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