Tra le polemiche sui banchi con le ruote, i gel igenizzanti già esauriti e i piani straordinari per assumere nuovi insegnanti è iniziato il nuovo anno scolastico. Oltre 8 milioni di studenti sono tornati in classe, dopo i mesi del lock-down e della didattica a distanza. Tra loro, ci sono anche 270mila studenti disabili. Continua la nostra serie dedicata all'inclusione scolastica e dopo aver parlato die problemi che riguardano il precariato degli insegnanti, i ricorsi al Tar da parte dei genitori che non si vedono riconosciute un adeguato numero di ore di sostegno per i propri figli e il problema delle cattedre vacanti, vogliamo oggi fare un passo indietro e allargare lo sguardo. Nel 1977 l'Italia è stata pioniera, con una legge che ha chiuso le scuole e le classi speciali per i disabili, una legge che ha appunto avviato l'inclusione scolastica, dando vita davvero alla scuola di tutti e per tutti. Già perché l'inclusione riguarda tutto, non è un affare privato tra lo studente disabile e l'insegnante di sostegno, ma molto altro. Ne parliamo oggi con Dario Ianes, docente ordinario di Pedagogia e Didattica Speciale all'Università di Bolzano e co-fondatore del Centro Studi Erickson di Trento. A cura di Daniela Sala