L'ingresso dei cittadini stranieri in italia per motivi di lavoro è fissato da una legge, la Turco-Napolitano del 1998, poi modificata, in senso più restrittivo, dalla legge Bossi Fini nel 2002. Con l’aumento dei flussi migratori degli ultimi anni, l’attenzione dell’opinione pubblica, della classe politica e dei territori si è focalizzata sugli sbarchi e sull’accoglienza, spesso a scapito di una visione più a lungo termine altrettanto necessaria, mettendo in secondo piano due ambiti fondamentali nella gestione delle migrazioni: la programmazione di canali di ingresso per lavoro e l’inserimento attivo nella società della popolazione straniera residente nel nostro Paese. Si è tornati in questi giorni a parlare della questione perché una serie di norme contenute nel dl Semplificazioni fiscali, pubblicato in gazzetta il 21 giugno scorso prevede appunto una serie di semplificazioni - che da un lato testimoniano l'importanza della manodopera straniera e l'incapacità della legge attuale di rispondere in maniera adeguata alle esigenze di datori di lavoro e lavoratori, ma dall'altra desta anche una serie di preoccupazioni. Ne parliamo oggi con l'avvocato Francesco Mason, dell'Asgi, l’Associazione studi giuridici sull'immigrazione. A cura di Daniela Sala