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Una delle metriche più utilizzare per valutare lo stato di salute del mining è la sua potenza computazionale: in termini più appropriati, l’hash rate. La crescita di quest’ultimo indica che gli ASIC collegati alla rete sono aumentati o sono diventati più efficienti, migliorando la sicurezza del network. Più l’hash rate aumenta, più diventa dispendioso provare a controllare la maggioranza della potenza computazionale per provocare disservizi alla rete. Viceversa, minor hash rate implica minor sicurezza.
Questa metrica importante, tuttavia, non viene misurata in modo accurato. Come dimostrato pochi giorni fa dall’imprenditore e sviluppatore Jameson Lopp al Proof-of-Work Summit di Praga, oggi il margine di errore nel calcolo dell’hash rate è piuttosto ampio.
Una delle metriche più utilizzare per valutare lo stato di salute del mining è la sua potenza computazionale: in termini più appropriati, l’hash rate. La crescita di quest’ultimo indica che gli ASIC collegati alla rete sono aumentati o sono diventati più efficienti, migliorando la sicurezza del network. Più l’hash rate aumenta, più diventa dispendioso provare a controllare la maggioranza della potenza computazionale per provocare disservizi alla rete. Viceversa, minor hash rate implica minor sicurezza.
Questa metrica importante, tuttavia, non viene misurata in modo accurato. Come dimostrato pochi giorni fa dall’imprenditore e sviluppatore Jameson Lopp al Proof-of-Work Summit di Praga, oggi il margine di errore nel calcolo dell’hash rate è piuttosto ampio.