Indizi di futuro

Festa dei lavoratori, lavorare come un messicano e Sanna Marin.


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Benvenuti a indizi di futuro. Oggi è sabato 01 maggio 2021,
Io sono Roberto e in questo episodio vi parlerò di festa del lavoratori, lavorare come un messicano e Senna Marin.
Un podcast è come un domino e ognuno di noi è come una tessera di quel domino, se non condividiamo il link il gioco finisce, e poi è molto più facile fermare qualche battito di farfalla ora piuttosto che un uragano domani.
Oggi è la festa del lavoro.
Se conoscete un Giuseppe, questo è il momento per fargli gli auguri perché è il suo onomastico.
Alla guida della lotta c’era l’associazione dell’Ordine dei Cavalieri del Lavoro, che negli Stati Uniti d’America durante la rivoluzione industriale guidava la lotta di coloro che volevano un nuovo orario di lavoro, questo portò a sancire il limite delle otto ore lavorative al giorno.
Era il primo maggio del 1867.
Nel mentre tant’è cose sono cambiate, ma al riguardo non si sono fatti grandi passi avanti, eppure l’avvento della tecnologia sembrava dovesse sgravare il lavoratore da molto del proprio impegno, e forse il concetto di presenza sul luogo di lavoro ha perso molto del proprio significato per buona parte delle attività lavorative.
In Finlandia la prima ministra Sanna Marin ha proposto una riduzione dell’orario di lavoro da 8 a 6 ore giornaliere, e la settimana corta di solo 4 giorni lavorativi naturalmente a parità di salario.
Questo porterebbe la quantità di ore settimanali di lavoro a 24, portando il paese a dati inferiori alla Germania, che attualmente guida la classifica dei paesi europei con 26 ore di lavoro settimanali.
L’OCSE, l’organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico fornisce una panoramica sugli orari di lavoro nel mondo.
Il paese dove si lavora di più è il Messico con 2257 ore annuali, seguito dal Costarica, la Corea del Sud e la Russia. Nel versante opposto c’è la Germania dove le ore lavorate in un anno sono 1356, seguita da Danimarca e Norvegia.
L’Italia con 1723 si pone in una zona mediana.
Alla luce di questi numeri di fronte a una persona che lavora senza tregua si potrebbe dire: “lavora come un messicano”.
Questo non deve far pensare che il Messico abbia una produttività straordinaria, perché i due dati non sono direttamente proporzionali, ad esempio la produttività della Germania è una delle più alte, pur se l’orario di lavoro è uno dei più corti.
Forse è giunto il tempo in cui si dovrebbe svincolare il concetto di lavoro dalla presenza fisica sul luogo di lavoro, ovvero della remunerazione legata non a un compito da svolgere ma al tempo in cui si sosta presso un determinato luogo.
Insomma la produttività è il nodo da sciogliere, poiché se il valore aggiunto cresce di più di quanto cresce il capitale o il lavoro impiegato per ottenerlo, ecco che cresce anche la produttività e quindi il benessere.
Ovviamente ci sono settori nei quali la marginalità, ovvero la redditività, ovvero la differenza fra ciò che si è speso e ciò che si è incassato per produrre un bene o un servizio, è piuttosto scarsa per proprio per la tipologia di attività, come nel commercio e nel turismo, luoghi del lavoro dove in Italia c’è molta occupazione.
Direi che anche oggi un indizio di futuro lo abbiamo, non serve lavorare molto, ma serve lavorare in modo proficuo, e probabilmente in futuro si lavorerà meglio e meno.
A domani.
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Indizi di futuroBy Roberto