Nei primi decenni del secolo scorso, il bordello più celebre di Firenze era all’ultimo piano di un palazzo di via Antinori. La maîtresse aveva un nome che evocava la poetessa greca musa dell’amore, appunto, saffico: Madame Saffo. La sua era una delle case chiuse più lussuose ed eleganti non solo d’Italia ma anche d’Europa e il periodo d’oro fu durante l’epoca fascista.
Esiste un aneddoto particolare: era la metà degli anni Trenta e da lei veniva sempre uno scrittore famoso, che pagava profumatamente per salire in camera e far posizionare la ragazza nuda sulla sponda del letto con le gambe completamente divaricate. Poi per qualche minuto fissava la zona, la stessa che Gustave Courbet nel 1866 aveva ritratto in modo assolutamente perfetto intitolandola L’origine del mondo, poi con aria meditabonda sussurrava: “Accidenti! Più la guardo, meno ci capisco!”. Madame Saffo si dice che commentasse così: “Sarà strano finché volete ma gli è di molto filosofico!” Che quella casa chiusa fosse per personaggi anche intellettualmente attraenti lo si capisce dal fatto che era frequentata come un qualunque circolo da uomini del calibro di Eugenio Montale, Carlo Bo, Carlo Emilio Gadda e Indro Montanelli.
© Editoriale Programma - Alessandra Artale