C’è poi uno stretto rapporto nel pensiero di Dante tra le problematiche filosofiche e quelle politiche. La duplice natura dell’uomo, corruttibile e incorruttibile, fa sì che duplici siano anche i fini dell’uomo: la beatitudine terrena e quella eterna. Dunque gli uomini hanno bisogno di una duplice guida, conformemente al duplice fine, cui le sue due nature tendono: il sommo pontefice, che lo conduce verso la vita eterna per mezzo delle dottrine rivelate, e l’imperatore, che lo guida alla felicità temporale, per mezzo degli insegnamenti della filosofia.