Questo mistero coinvolge la città Lanciano, in provincia di Chieti, conosciuta in quanto luogo del primo miracolo eucaristico in Italia.
E’ stato documentato che un monaco dell’ordine di San Basilio, mentre celebrava la Messa nella chiesa dei Santi Legonziano e Domiziano, dubitò della presenza reale di Gesù nell’ostia e nel vino e in quello stesso istante l’ostia sarebbe divenuta carne ed il vino si sarebbe tramutato in sangue vivo che si raggrumò in cinque globuli irregolari per forma e grandezza ancora oggi visibili e conservati in un ostensorio d’argento.
Nel 1971 venne fatta una ricerca approfondita sul fenomeno e le analisi avevano attestato che quello era reale materiale organico, ovvero carne e sangue, di natura umana appartenente al gruppo sanguigno AB, tracce riscontrabili anche nella Sacra Sindone, custodita nel Duomo di Torino.
La storia però si arricchisce se aggiungiamo altri particolari, ovvero che in questa chiesa vi sono i resti di San Longino, altresì Quinto Cassio Longino, proprio il centurione che colpì Gesù e ne riconobbe la santità. Egli dopo la sua conversione, viaggiò al fine di diffondere la parola del Signore, sino al suo martirio. A lui sono correlate due delle reliquie più importanti della storia: il Sacro Graal e la lancia che ferì il costato del figlio di Dio.
Molte sono le credenze che ruotano attorno al “Sacro Graal” addirittura ciò che designa la parola stessa, ma il legame con la religione cattolica è dato da due versioni:
Una lo associa al Sacro catino, ovvero il recipiente utilizzato da Cristo durante l’ultima cena e recuperato dal condottiero della Repubblica di Genova ,Guglielmo Embriaco Testadimaglio dalla Terrasanta, quando al fianco di Goffredo di Buglione contribuì in maniera decisiva alla caduta di Gerusalemme.
Un’altra invece si rifà ad una rivisitazione dei vangeli sinottici ad opera di Robert de Boron, autore di Roman du l’Estoire de Graal ou Joseph d’Arimathie nel quale racconta che mentre il Corpo di Gesù veniva lavato e preparato per essere sepolto, alcune gocce di sangue uscirono dalla ferita infertagli dal centurione Quinto Cassio Longino;
Altre leggende ruotano invece intorno all’arma, la più conosciuta è quella della Lancia del destino, il cui possessore avrebbe avuto le sorti del mondo nelle sue mani. Hitler, affascinato da questa storia, riuscì a trafugarla dal museo Hofburg di Vienna e a rafforzare il mito di invincibilità attorno al nazismo. Dopo la disfatta di Adolf Hitler, venne recuperata dalle forze americane e restituita al museo viennese, tuttavia è diffusa la voce popolare in base alla quale il territorio tedesco e ungarico sia convinto che a Vienna vi è una copia e l’originale sia in America, motivo per il quale essa è una grandissima potenza.
Altro elemento interessante che unisce la città di Lanciano a queste mistiche reliquie è il suo simbolo araldico, nello stemma infatti vi sono rappresentati: una lancia che ferisce il sole sopra i tre colli. Strana coincidenza se lo associamo alle tre croci del martirio cristiano ed il sole da sempre rappresentativo dell’altissimo.
Questi sono tutti elementi che possono far suppore che questa città oltre ad essere un fiore all’occhiello per l’Italia, dati i suoi monumenti e la valenza storica, essa è pregna di misticismo.
Non siete ancora convinti?
Ultimo dettaglio, poco distante da Lanciano vi è il comune di Guardiagrele, Guardia Graelis in latino medioevale o meglio “alla guardia del Graal” e si trova esattamente sulla linea che congiunge Roma a Lanciano, così da volerla nascondere dagli occhi della culla del papato. - https://gamestationitalia.wordpress.com/2021/11/20/lanciano-e-il-mistero-del-sacro-graal/