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Ghico Renzulli, storico chitarrista italiano con oltre 45 anni di carriera, torna a far parlare di sé con il suo secondo album solista, “Dizzy.”. Dopo aver suonato per decenni con band come i FIBA, oggi porta avanti un percorso solista interamente dedicato alla musica strumentale. Una scelta audace e controcorrente che racconta l'anima di un artista instancabile e profondamente legato alla sua arte.
“Dizzy.” – che in inglese significa "vertiginoso" – è un album che alterna dolcezza e potenza, generi musicali diversi, emozioni contrastanti. “Ci sono cambi di atmosfera, velocità, durezza”, racconta Renzulli. Il disco è un mix raffinato di rock, metal, blues, jazz, country, musica caraibica, frutto di decenni di esperienza.
Non ci sono voci: tutto è affidato agli strumenti. E questo, per Ghico, è tutt’altro che semplice. “Fare musica strumentale è più difficile di quella cantata. Devi tenere l’ascoltatore incollato, solo con le note”, spiega. Ogni pezzo è pensato, arrangiato con cura, costruito per lasciare un segno duraturo.
Nonostante la lunga carriera, la voglia di suonare dal vivo non si è mai spenta. Ghico è un musicista “vecchia scuola”, cresciuto con miti come Chuck Berry e B.B. King. “Io morirò sul palco”, afferma con convinzione. E prima di ogni esibizione ha un rituale particolare: dorme.
Sì, hai letto bene: “Mi riposo un’oretta prima del live. Ci portavamo i letti anche durante i tour con i FIBA. Dormire è il mio modo per ricaricare corpo e mente”. A svegliarlo, spesso, litri di caffè portati dallo staff mezz’ora prima del concerto.
“Il mio spettacolo non è da pogare, ma da ascoltare. È musica che va capita e sentita”, dice Ghico. Oggi i suoi concerti sono presentazioni live del progetto: performance di circa un’ora, seguite da un confronto diretto col pubblico. Un’esperienza più intima, profonda.
Anche se “Dizzy.” è ancora in promozione, Renzulli guarda già avanti. Sta lavorando a un nuovo disco che includerà brani cantati e collaborazioni, ispirato alla concezione musicale di Santana. “Non farò Santana, non ne sono capace, ma vorrei unire cantato e strumentale per creare qualcosa di nuovo”.
La composizione è la sua vera vocazione. “Compongo ovunque: mentre dormo, in bagno, per strada. Registro tutto col cellulare. È il mio modo di vivere”.
By UnicaRadio.itGhico Renzulli, storico chitarrista italiano con oltre 45 anni di carriera, torna a far parlare di sé con il suo secondo album solista, “Dizzy.”. Dopo aver suonato per decenni con band come i FIBA, oggi porta avanti un percorso solista interamente dedicato alla musica strumentale. Una scelta audace e controcorrente che racconta l'anima di un artista instancabile e profondamente legato alla sua arte.
“Dizzy.” – che in inglese significa "vertiginoso" – è un album che alterna dolcezza e potenza, generi musicali diversi, emozioni contrastanti. “Ci sono cambi di atmosfera, velocità, durezza”, racconta Renzulli. Il disco è un mix raffinato di rock, metal, blues, jazz, country, musica caraibica, frutto di decenni di esperienza.
Non ci sono voci: tutto è affidato agli strumenti. E questo, per Ghico, è tutt’altro che semplice. “Fare musica strumentale è più difficile di quella cantata. Devi tenere l’ascoltatore incollato, solo con le note”, spiega. Ogni pezzo è pensato, arrangiato con cura, costruito per lasciare un segno duraturo.
Nonostante la lunga carriera, la voglia di suonare dal vivo non si è mai spenta. Ghico è un musicista “vecchia scuola”, cresciuto con miti come Chuck Berry e B.B. King. “Io morirò sul palco”, afferma con convinzione. E prima di ogni esibizione ha un rituale particolare: dorme.
Sì, hai letto bene: “Mi riposo un’oretta prima del live. Ci portavamo i letti anche durante i tour con i FIBA. Dormire è il mio modo per ricaricare corpo e mente”. A svegliarlo, spesso, litri di caffè portati dallo staff mezz’ora prima del concerto.
“Il mio spettacolo non è da pogare, ma da ascoltare. È musica che va capita e sentita”, dice Ghico. Oggi i suoi concerti sono presentazioni live del progetto: performance di circa un’ora, seguite da un confronto diretto col pubblico. Un’esperienza più intima, profonda.
Anche se “Dizzy.” è ancora in promozione, Renzulli guarda già avanti. Sta lavorando a un nuovo disco che includerà brani cantati e collaborazioni, ispirato alla concezione musicale di Santana. “Non farò Santana, non ne sono capace, ma vorrei unire cantato e strumentale per creare qualcosa di nuovo”.
La composizione è la sua vera vocazione. “Compongo ovunque: mentre dormo, in bagno, per strada. Registro tutto col cellulare. È il mio modo di vivere”.