Share Unica Radio Podcast
Share to email
Share to Facebook
Share to X
By UnicaRadio.it
The podcast currently has 1,267 episodes available.
Casa "Killia" nasce dal desiderio di una famiglia che ha accolto Asia, una bimba con disabilità adottata quando aveva 7 mesi di vita, in particolare dal 2015 hanno creato una Cooperativa sociale che si occupa del benessere degli animali e degli esseri umani. Inoltre fa parte del progetto anche un’equipe di professionisti. Tra questi una veterinaria, un psicologo, otto esperti in pet- therapy, un tecnico della riabilitazione psichiatrica e un educatore cinofilo. A parlarcene Simona Cao, presidente della cooperativa e veterinaria esperta in comportamento animale e coadiutrice delle attività di pet-therapy.
"L'origine di casa "Killia" fa riferimento alla sfera personale e professionale- commenta Simona Cao-, con mio marito abbiamo adottato una bambina con disabilità e l'esperienza della cooperativa e delle communità per minori ci ha permesso di comprendere meglio la necessità di questi bambini di avere una famiglia e le cure di persone competenti in attesa di far parte di un vero e proprio nucleo familiare o di essere inseriti nuovamente in quello originario".
Il loro scopo è quello di occuparsi del benessere delle persone dall'età dell'infanzia fino agli adulti con un percorso di pet- therapy insieme ai cani coterapeuti come sostegno educativo ed emotivo. In gergo professionale si chiama "effetto soglia", ovvero la diversità dell'animale permette all’uomo di instaurare subito una relazione senza pregiudizi attraverso una comunicazione profonda. Il legame che nasce consente ai professionisti di guidare gli utenti verso apprendimenti emozionali, sociali, cognitivi e psicomotori.
"Facendo riferimento al cane osserviamo che si è coevoluto con l'essere umano- conclude-, questo butta giù le barriere soprattutto in ambito comunicativo creando una relazione di tipo emozionale. Fenomeno che prende il nome di "effetto soglia", il superamento di quei preconcetti che porta le persone ad aprirsi maggiormente nei rapporti interpersonali".
Ninni Santus, presidente dell'associazione "Domu mia" di Muravera, e Andrea Camedda della cooperativa sociale "Liberitutti" (che si occupa della progettazione locale all'interno della stessa associazione) ci raccontano le molteplici attività svolte nel territorio del Sarrabus Gerrei, ma non solo. L'impegno e la dedizione di questo attivissimo gruppo di volontari hanno suscitato l'interesse e il riconoscimento di amministrazioni comunali anche al di fuori del loro bacino di intervento abituale.
In particolare, il Comune di Quartu Sant'Elena, riconoscendo la qualità e l'efficacia degli interventi messi in campo, ha richiesto alcuni servizi in ambito sociale, dimostrando così la volontà di instaurare una proficua collaborazione. Proprio a Quartu, nei mesi scorsi, è stata aperta una nuova sede che vuole rappresentare un punto di riferimento non solo per le realtà del Terzo settore del Cagliaritano, ma anche per le comunità e i cittadini che necessitano di servizi e progetti sociali innovativi e di qualità.
Questa espansione e il riconoscimento da parte di altre amministrazioni comunali testimoniano la rilevanza e l'impatto positivo che il lavoro di "Domu mia" e "Liberitutti" sta avendo sul territorio, diventando un modello di riferimento per l'intero contesto regionale. L'obiettivo comune è quello di continuare a offrire servizi di eccellenza e di creare sinergie sempre più ampie per migliorare la qualità di vita delle comunità locali.
Il CSV, operativo dal 1 Giugno 2021, è gestito dal CSS e si impegna a sostenere il Terzo Settore con risorse finanziarie e umane. Il podcast, condotto da giornalisti esperti del settore sociale, presenterà interviste con ospiti provenienti da realtà come Mondo X-Sardegna, Soccorso Alpino e Speleologico, Domus de Luna e molti altri.
Maurizio Barbarossa, nato nel 1973, ha iniziato la sua carriera nel mondo del cinema come attore. Nella sua carriera coem attore ha partecipato a diversi film, tra cui “Fiore Gemello”. Successivamente iniziò a lavorare come regista. Il suo più recente cortometraggio si intitola “Giochi d’estate”.
“Giochi d’estate” racconta una memoria dell’ormai defunto Bruno Muntoni. Maurizio Barbarossa era suo amico, e parlando con lui li venne l’idea per questo cortometraggio. Il film è stato parzialmente finanziato dalla regione Sardegna, in quanto considerato d’interesse culturale.
L’episodio rappresentato nel cortometraggio è una tragedia dell’infanzia di Bruno Muntoni, che si portò con se tutta la vita. Una storia molto conosciuta all’epoca, era stata coperta dai giornali del tempo.
Il film corto ci riporta alla Cagliari del 1942, negli anni della seconda guerra mondiale. Bruno aveva 13 anni al tempo, per noia convinse i suoi cugini a seguire un piano per rubare le sigarette alla nonna. Riuscirono a impadronirsi non solo delle sigarette, ma anche di una scatola di fiammiferi. Mentre Bruno e uno dei cugini stavano festeggiando col bottino, dal pagliaio dove avevano lasciato i due fratelli minori gemelli salì una colonna di fumo.
Per scherzo o per gioco, i due gemelli avevano iniziato un fuoco con i fiammiferi, ma ciò che seguì fu una tragedia. Uno dei gemelli era rimasto indietro, bloccato nel pagliaio. Arrivò la madre, che si buttò al salvataggio. Ma alla fine, non c’è la fecero. Un terribile incendio, nato per gioco, costò la vita a madre e figlio. Bruno vivrà il resto della sua lunga vita con la memoria di questa tragedia, con i sensi di colpa che son nati quel giorno.
Oggi a Unica Radio si è svolta l'intervista a Giulia Muroni, curatrice del Festival del Respiro, un festival nomade di arti performative di Sardegna Teatro che si terrà dal 19 al 29 giugno 2024. L'intervista è partita proprio dall'idea del festival, dove Giulia ci ha spiegato che nasce nel 2020 con la drammatica parentesi pandemica che ha costretto tuttə a interrogarsi sull'importanza del respiro, quindi quasi a fermarsi ed esplorare questa pratica apparentemente semplice e comune ma che racchiude dentro se un grande potenziale.
Il Festival del Respiro parte sia da questa considerazione che da altre che sono da ricercare in un fattore geografico, partito da un luogo ex minerario nel quale si è iniziato a pensare e sperimentare le capacità delle arti performative: l'idea era quella di dialogare con le nuove ecologie e con una mutata percezione dell'ambiente. Fondamentale quindi la comprensione dell'importanza del respiro, pratica da cui prende il nome lo stesso festival.
Successivamente si è passati a parlare di quanto effettivamente sia importante la respirazione e qui emerge che questo aspetto è dato soprattutto dall'essere comune a tutti gli esseri viventi, poiché permette le loro esistenze. La respirazione di fatto unisce i viventi all'ambiente, ambiente da cui trae possibilità e pulsazioni agendo in un territorio di interdipendenza.
Parlando dell'organizzazione del festival Giulia Muroni spiega che inizierà con un lavoro già precedentemente proposto dal titolo "Città che cammina", un lavoro che ha una lunga attraversata dentro la città di Cagliari per rimarcare l'importanza di un profilo side specific, vale a dire delle performance proposte declinate e lavorate sul luogo. Si parla quindi del teatro non come contenitore di prodotti già finiti ma come un luogo in cui i processi vengono modellati e di volta in volta forniscono dei modelli differenti per chi assiste.
Si parla poi dei numerosi artisti che saranno presenti al festival, tra cui i Dom, un gruppo anarchico, queer, ibrido che ha base a Roma ma che lavora in tutta Italia, i Motus, altro gruppo della zona di Rimini molto importanti nella storia contemporanea della performance in Italia con un lavoro interessante che si chiama MDLSX, ci saranno Industria Indipendente, Cristina Kristal Rizzo, Parini Secondo e Thjerza Balaj, un'artista più legata al mondo della danza.
Ci sarà inoltre Basel Zaraa che proporrà, in una performance uno a uno dal 23 al 29, un racconto fatto attraverso gli oggetti della propria casa natale in un campo profughi che ormai non c'è più. Un racconto, quello di Zaraa, che nasce dall'esigenza di raccontare alla propria figlia che cosa accadde alla sua casa d'infanzia, una storia che merita indubbiamente di essere raccontata e che con l'arte trova la sua massima espressione.
Successivamente Giulia si sofferma brevemente, un pò come nella pratica della respirazione, a riconoscere la gratitudine verso la sua opportunità per aver lavorato e di lavorare a questi progetti che insegnano tanto e che lasciano tanto, di poterli vedere e toccare con mano. Una grande ricchezza che va a sviluppare una forma di spettatorialità critica, aperta e senziente in un territorio di continuo confronto.
Ci si sofferma poi sul tema della natura e del suo contatto con i viventi, dove secondo Giulia la natura non è qualcosa di distinto e distante dai viventi, bensì pensa che loro stessi siano natura e che questa dicotomia tra natura e cultura sia ormai superata. Pensa quindi che questo processo sia necessario e che sia come un atto di posizionamento per immaginare dei futuri possibili.
L'intervista si conclude discutendo dei progetti per il futuro, progetti per i quali Giulia si definisce entusiasta. Numerosi di questi lavori saranno sempre rivolti a quello che non hanno ancora raggiunto, creando possibilità a partire dai primi anni dell'infanzia, contesto su cui stanno rivolgendo lo sguardo, un contesto di incontro perfetto fra l'infanzia e le magie delle arti performative, partendo proprio dall'idea che non esista un luogo e un'età adatta per farlo e che quindi ogni età e ogni luogo si debbano adattare a ricevere tutte queste possibilità di sognare i futuri.
Qui sotto il programma del festival:
Lo sport è la passione di Roberto Zucca, giornalista pubblicista, blogger e autore di "Storie di Sportisola", la collana che raccoglie i racconti dei personaggi più importanti del panorama sportivo sardo. Ogni volume affronta uno sport diverso; il volume IV, l'ultimo pubblicato, raccoglie le vicende dei protagonisti del volley maschile. Sul suo blog Sportisola, Zucca aggiorna i suoi lettori sulle ultime novità dello sport isolano che preferisce e sui suoi personaggi più importanti. I suoi libri sono una selezione e un ampliamento delle storie del suo blog, persone che si sono distinte nel corso di questi anni per il proprio talento sportivo.
Ai nostri microfoni, Zucca ci ha raccontato i suoi inizi come cronista e come redattore, da cosa scaturisce la sua passione per lo sport e come mai ha deciso di creare questa collana di volumi tematici. Ci ha anche raccontato le sue esperienze come consulente e autore di diverse trasmissioni televisive e radiofoniche, spiegandoci come è riuscito a renderle interessanti per il pubblico. Inoltre, ci ha spiegato quanto la sua presenza sul web lo abbia aiutato a differenziarsi dagli altri: Sportisola, infatti, è il suo modo di condividere la sua passione con i suoi follower più affezionati. Per concludere, ha dato un consiglio a chi sta muovendo i primi passi come cronista sportivo e ci ha dato un parere sull'importanza dello sport nella nostra vita quotidiana.
Classe 1984, Roberto Zucca è laureato in Filologie e Letterature Classiche e Moderne presso l’Università degli Studi di Cagliari. Oltre a scrivere per il suo blog, collabora con diverse testate nazionali in qualità di redattore in ambito sportivo e non solo. Ha anche lavorato come consulente di alcune trasmissioni televisive e radiofoniche del Gruppo Mediaset.
Ivana Salis ha curato una nuova mostra il cui tema centrale, richiamato dalla citazione dantesca, è la donna. Questo metterà d'accordo due espressioni artistiche agli antipodi, ma che troveranno la quadra attraverso proprio la figura femminile. "Di Cielo in Terra", qualcuno aggiungerebbe, "a miracol mostrare", citando proprio il famoso sonetto "Tanto gentile e tanto onesta pare" dell'Alighieri. Il tema della donna, di questi tempi, è spaventosamente attuale: nonostante le tante battaglie, la vita in società per la donna è ancora un cruccio, ben lontana dall'immagine angelica della Beatrice stilnovista.
Due artisti, due diversi linguaggi. Un connubio perfetto fra due espressioni artistiche agli antipodi.
La mostra sarà visitabile sino al 22 giugno con orari di apertura il giovedì e venerdì, dalle 18.30 alle 21.30. Il sabato e la domenica dalle ore 10 alle 13 e la sera dalle 18.30 alle 21.30.
In un'epoca sempre più digitale, in cui i giovani tendono ad allontanarsi dalle attività fisiche, il parkour rappresenta un valido strumento per contrastare i ritardi nell'apprendimento degli schemi motori e gli scompensi cognitivi associati. Rispetto agli sport tradizionali, il parkour è meno specializzante e non competitivo, offrendo un vasto vocabolario di movimenti e un approccio più inclusivo e versatile.
Durante gli incontri svolti nel cortile della scuola per il progetto "La mia casa è la tua casa", i bambini hanno esplorato diverse tecniche attraverso progressioni graduali, adattandosi all’attrezzatura disponibile. Hanno praticato esercizi di scavallamenti, arrampicata, equilibrio e salti, attività che, sebbene possano sembrare semplici, sono spesso eseguite male dai bambini non abituati a tali movimenti. Il coach Matteo ha svolto un ruolo cruciale nel motivare e incoraggiare gli studenti, aiutandoli a superare le loro difficoltà emotive e promuovendo la responsabilità disciplinare come valore fondamentale.
Le testimonianze dei bambini rivelano l'impatto positivo che questa esperienza ha avuto su di loro. Marco ha imparato l'importanza di non arrendersi mai e di continuare a provare.
Il parkour, disciplina sportiva ora riconosciuta anche dal CONI, offre un'opportunità unica per sviluppare un miglior utilizzo del corpo sia dal punto di vista delle abilità condizionali che coordinative. Attraverso tecniche specifiche, questa disciplina consente di lavorare contemporaneamente su forza, coordinazione e agilità, qualità essenziali per una crescita equilibrata.
Le classi quinte hanno giocato un ruolo fondamentale, documentando le attività dei loro compagni delle classi quarte attraverso interviste e la creazione di podcast. I ragazzi delle quinte hanno intervistato i giovani parkouristi e artisti, raccogliendo testimonianze dirette sulle loro esperienze, sfide e successi. Questi podcast non solo hanno fornito un resoconto accurato delle attività di parkour e graffiti, ma hanno anche creato un ponte comunicativo tra le diverse classi, promuovendo la condivisione e la collaborazione. Il progetto ha stimolato le competenze comunicative e tecniche degli studenti delle quinte, rafforzando la loro capacità di ascolto e narrazione.
Durante il progetto gli studenti hanno avuto l'opportunità di esplorare la loro creatività attraverso l'arte del graffito, iniziando dalla creazione della TAG del proprio nome. Ogni studente ha progettato e realizzato un graffito unico, utilizzando colori vivaci e tecniche apprese durante le lezioni. Questo lavoro ha permesso ai ragazzi di esprimere la propria identità e individualità, incoraggiandoli a scoprire e valorizzare il proprio stile personale. Il cortile della scuola si è trasformato in una galleria d'arte a cielo aperto, dove ogni TAG racconta una storia e riflette l'impegno e la passione di ciascun alunno.
Su Unica Radio si è svolta l'intervista ad Antonio Murgia, referente dell'Associazione Culturale degli Uffici d'Arte di Villanova per la mostra Manod'Opera prevista il 16 Giugno a Sassari. La mostra nasce da uno studio svolto dall'Associazione circa la produzione della ceramica in Sardegna ma il loro obiettivo per questa esposizione è stato concentrarsi e proporre qualcosa di diverso, che non fosse la solita mostra di ceramica con oggetti di uso quotidiano. Si è pensato quindi di coinvolgere artisti che lavorassero manufatti, da qui il nome della mostra "Manod'Opera", adatti ad una rappresentazione dell'arte contemporanea attraverso questi materiali.
Antonio Murgia ci ha spiegato com'è nato lo stretto legame che ha caratterizzato l'unione nella mostra tra la panificazione e la ceramica, che si traduce in niente di più vicino alle abilità della panificazione e la della produzione ceramografica, due modalità di vita e di lavoro accomunati dal processo di realizzazione di manufatti. La loro vicinanza è data anche per i sorprendenti risultati che si hanno nel tempo, la preparazione di materie vive parte già dalla lavorazione dell'impasto, dalla sua modellazione sino alla cottura e anche alla decorazione. In Sardegna è infatti diffusa la panificazione attraverso l'utilizzo di forme di decorazione per la produzione di pani che solitamente vengono utilizzati in occasioni particolari della vita di noi sardi come matrimoni, cresime e battesimi. Le procedure delle due lavorazioni, sorelle di sapere, sono due tecniche da sempre utilizzate in modo parallelo.
Sono otto gli artisti che hanno partecipato alla mostra, tra cui troviamo Silvia Cara, Antonello Cuccu, Paola Dessy, Marta Fontana, Caterina Lai, Genc Mulliqi, Simonetta Secci e Ebe Tirassa. Questi differivano per età, formazione, esperienza, linguaggi operativi, ma sono tutti accomunati dallo stesso interesse: la passione per le materie plastiche naturali. Una cosa che ha colpito particolarmente Antonio è stata la sperimentazione formale e la ricerca estetica degli artisti, nonostante le differenze di soluzioni.
Successivamente si è parlato dell'importanza del processo di trasmissione del sapere tra le generazioni odierne, aspetto che reputa fondamentale sia Antonio che l'intera associazione, ricordando l'importanza del ricordo e della trasmissione di una memoria che non può essere abbandonata e dimenticata. A tal proposito l'associazione ha pensato di proporre la mostra al sindaco Giovannina Fresi di Monteleone Rocca Doria, che l'ha gentilmente ospitata nel museo della panificazione. Attraverso questa esposizione l'associazione propone una doppia opportunità all'utenza permettendo di fare sia un viaggio nella memoria con il museo della panificazione e andare a rileggerla in una chiave un pò più contemporanea.
L'associazione si muove da tempo per l'inclusione dei più giovani in questo viaggio della memoria sollecitando la loro partecipazione auspicandosi di suscitare in loro curiosità e avvicinamento ai temi trattati. Per il futuro, Antonio e la sua associazione, si mostrano disponibili a riproporre mostre come Manod'Opera, ricordandoci che il loro obiettivo è quello di stare ancorati al passato perché operando in un territorio come quello di Villanova con una forte tradizione storica, sembra doveroso partire dalle proprie radici per portare nuove proposte legate alla loro storia e alla memoria. L'ingresso è gratuito e sarà presente una guida che condurrà questa imperdibile visita.
Ultima data estiva per "Il mio nonno speaker" Il libro di Matteo Angioni, fa il giro del mondo del suo amatissimo Nonnu Tore. Questa volta, per l'ultima data estiva a Cagliari, ci troviamo il 13 giugno alle 19,30 in Via Regina Margherita, 30 a Cagliari, al Wall Street English. E' qui che Matteo, insieme a Andrew, dialogheranno e racconteranno di Nonnu Tore di tanti altri aneddotti.
"Il mio Nonno Speaker" è un libro che va oltre la semplice biografia. È un'immersione profonda nella vita straordinaria di un uomo e nella sua eredità radiofonica, che ha lasciato un segno indelebile in Sardegna.
Le pagine del libro ci trasportano in un viaggio ricco di emozioni, tra ricordi commoventi, aneddoti divertenti e riflessioni profonde. L'autore ci guida alla scoperta di un nonno fuori dal comune, capace di trasmettere la sua passione per la radio e la sua saggezza di vita attraverso le onde sonore.
Oltre a celebrare la figura del nonno, il libro ci invita a riflettere sul potere della voce umana. La radio diventa un mezzo attraverso cui trasmettere valori, emozioni e storie, unendo le persone e creando una comunità.
Dal 6 giugno ha fatto il suo debutto nelle sale sarde il nuovo lavoro del regista palermitano Marco Amenta, un film interamente girato nella nostra splendida isola. Il film, intitolato "Anna" e distribuito da Fandango Distribuzione, ha già ottenuto numerosi riconoscimenti, tra cui il prestigioso premio "Fedic" all'ultima Mostra del Cinema di Venezia. Attualmente, il film è in programmazione al "Notorious" di Piazza Unione Sarda e al "Cinema Odissea" di Cagliari. Il 13 giugno segnerà il suo debutto su scala nazionale.
"Anna" porta sul grande schermo una storia profondamente legata alla Sardegna. La protagonista, Anna, è interpretata da Rose Aste, giovane attrice originaria di San Sperate. Il film trae ispirazione dalle numerose storie di ribellione dei pastori sardi contro gli usurpatori che, con la costruzione di resort, hanno devastato le coste della Sardegna negli anni. Una di queste storie è quella di Ovidio Marras, ma il film prende una direzione autonoma, centrando la narrazione su una pastora che ha un rapporto profondamente femminile con la terra e con gli animali, un legame che gli uomini non riescono a comprendere.
Anna, una trentenne che vive in simbiosi con la sua terra, affronta le difficoltà del passato che l'hanno segnata ma non spezzata. Immersa nella natura incontaminata, il casale di famiglia rappresenta tutto per lei. La giovane donna si occupa di pascolare le pecore, produrre formaggio e vivere dei frutti della sua terra. Anna è genuina e la sua vita segue il ritmo naturale della sua amata isola. Quando la zona in cui vive viene minacciata dalla costruzione di un resort turistico, rischia di perdere tutto perché non risulta proprietaria dei suoi terreni. Inizia così una battaglia legale per difendere ciò che ha di più prezioso: la sua terra.
Anna non cederà ai tentativi di corruzione o alle intimidazioni, ma affronterà con coraggio e determinazione ogni ostacolo, giurando a se stessa e alla memoria di suo padre di salvare la fattoria di famiglia. La sua lotta per proteggere la terra dai "mostri meccanici" diventa una battaglia per la bellezza e la libertà, spingendola a fare scelte difficili e sacrifici dolorosi. La storia di Anna è un potente inno al rispetto di sé stessi e delle proprie convinzioni.
Nel cast artistico, oltre a Rose Aste nei panni di Anna, troviamo Daniele Monachella, Marco Zucca, Daniela Vitellaro, Giuseppe Boy, Ignazio Gavino Chessa, Francesco Falchetto, Fiorenzo Mattu, Carlo Porru, Joe Perrino, Stefano Cancellu, Sergio Cugusi e Salvatore Crisponi.
The podcast currently has 1,267 episodes available.