Festival del Respiro: la respirazione come pratica fondamentale
Oggi a Unica Radio si è svolta l'intervista a Giulia Muroni, curatrice del Festival del Respiro, un festival nomade di arti performative di Sardegna Teatro che si terrà dal 19 al 29 giugno 2024. L'intervista è partita proprio dall'idea del festival, dove Giulia ci ha spiegato che nasce nel 2020 con la drammatica parentesi pandemica che ha costretto tuttə a interrogarsi sull'importanza del respiro, quindi quasi a fermarsi ed esplorare questa pratica apparentemente semplice e comune ma che racchiude dentro se un grande potenziale.
Il Festival del Respiro parte sia da questa considerazione che da altre che sono da ricercare in un fattore geografico, partito da un luogo ex minerario nel quale si è iniziato a pensare e sperimentare le capacità delle arti performative: l'idea era quella di dialogare con le nuove ecologie e con una mutata percezione dell'ambiente. Fondamentale quindi la comprensione dell'importanza del respiro, pratica da cui prende il nome lo stesso festival.
Successivamente si è passati a parlare di quanto effettivamente sia importante la respirazione e qui emerge che questo aspetto è dato soprattutto dall'essere comune a tutti gli esseri viventi, poiché permette le loro esistenze. La respirazione di fatto unisce i viventi all'ambiente, ambiente da cui trae possibilità e pulsazioni agendo in un territorio di interdipendenza.
Parlando dell'organizzazione del festival Giulia Muroni spiega che inizierà con un lavoro già precedentemente proposto dal titolo "Città che cammina", un lavoro che ha una lunga attraversata dentro la città di Cagliari per rimarcare l'importanza di un profilo side specific, vale a dire delle performance proposte declinate e lavorate sul luogo. Si parla quindi del teatro non come contenitore di prodotti già finiti ma come un luogo in cui i processi vengono modellati e di volta in volta forniscono dei modelli differenti per chi assiste.
Gli artisti presenti
Si parla poi dei numerosi artisti che saranno presenti al festival, tra cui i Dom, un gruppo anarchico, queer, ibrido che ha base a Roma ma che lavora in tutta Italia, i Motus, altro gruppo della zona di Rimini molto importanti nella storia contemporanea della performance in Italia con un lavoro interessante che si chiama MDLSX, ci saranno Industria Indipendente, Cristina Kristal Rizzo, Parini Secondo e Thjerza Balaj, un'artista più legata al mondo della danza.
Ci sarà inoltre Basel Zaraa che proporrà, in una performance uno a uno dal 23 al 29, un racconto fatto attraverso gli oggetti della propria casa natale in un campo profughi che ormai non c'è più. Un racconto, quello di Zaraa, che nasce dall'esigenza di raccontare alla propria figlia che cosa accadde alla sua casa d'infanzia, una storia che merita indubbiamente di essere raccontata e che con l'arte trova la sua massima espressione.
Successivamente Giulia si sofferma brevemente, un pò come nella pratica della respirazione, a riconoscere la gratitudine verso la sua opportunità per aver lavorato e di lavorare a questi progetti che insegnano tanto e che lasciano tanto, di poterli vedere e toccare con mano. Una grande ricchezza che va a sviluppare una forma di spettatorialità critica, aperta e senziente in un territorio di continuo confronto.
Il contatto fra la natura e i suoi viventi
Ci si sofferma poi sul tema della natura e del suo contatto con i viventi, dove secondo Giulia la natura non è qualcosa di distinto e distante dai viventi, bensì pensa che loro stessi siano natura e che questa dicotomia tra natura e cultura sia ormai superata. Pensa quindi che questo processo sia necessario e che sia come un atto di posizionamento per immaginare dei futuri possibili.
L'intervista si conclude discutendo dei progetti per il futuro, progetti per i quali Giulia si definisce entusiasta. Numerosi di questi lavori saranno sempre rivolti a quello che non hanno ancora raggiunto, creando possibilità a partire dai primi anni dell'infanzia, contesto su cui stanno rivolgendo lo sguardo, un contesto di incontro perfetto fra l'infanzia e le magie delle arti performative, partendo proprio dall'idea che non esista un luogo e un'età adatta per farlo e che quindi ogni età e ogni luogo si debbano adattare a ricevere tutte queste possibilità di sognare i futuri.
Qui sotto il programma del festival: