Processate Ferrari. La 355s di De Portago esce di strada durante la Mille Miglia. Degli undici morti e dei numerosi feriti ne risponde in tribunale il costruttore, dipinto dalla stampa come un mostro mitologico.
Testo del Podcast:
Processo a Enzo Ferrari
E quindi tu saresti un “Saturno ammodernato che mette al mondo i figli e poi li divora.“ l’Osservatore Romano descrive così Enzo Ferrari dopo l’incidente di Guidizzolo che vede undici vittime tra cui lo stesso pilota e il suo navigatore, quelli dell’osservatore romano sono gente che pesa le parole e qui hanno pesato macigni
Per un costruttore di automobili da corsa questa è una accusa insopportabile
A te Enzo Ferrari ti sta accusando di assumere piloti e poi mandarli di proposito a morire sulle tue macchine potenti e insicure e mettendoli uno contro l’altro non lo puoi sopportare soprattutto se hai corso in macchina nei tempi in cui erano solo gli eroi a andare in automobile motocicletta o aeroplano, e ti dico che erano eroi incoscienti innamorati del rischio perché morivano come mosche ma tu che poi hai diretto una scuderia e poi sei diventato costruttore e i tuoi piloti non morivano quasi mai sul letto ma morivano come tutti gli altrisulla strada o in pista non lo puoi accettare non lo puoi accettare. Ma cominciamo dall’inizio, dal numero 531.
Il Numero 531, viene dipinto sulle fiancate a pennello con il gesso come si faceva allora, voleva dire che la Ferrari 335 sport pilotata da Alfonso De Portago partiva da Brescia alle 5 e 31 del mattino per correre la 1000 miglia del 1957. Ma La macchina non è mai tornata al traguardo di Brescia. Era uscita di strada a 250 km all’ora e investito la folla di spettatori a Guidizzolo in provincia di Mantova uccidendo 11 tra spettatori e piloti tra cui 5 bambini e facendo numerosi feriti. Quando arrivai a Guidizzolo- racconta Romolo Tavoni il direttore sportivo della Ferrari-
Vidi i resti di De Portago e Nelson accanto a quelli delle altre vittime, c’era rimasto ben poco, una roba orribile.
I giornali avevano esaltato la corsa fino al giorno prima raccontando sia la cronaca sportiva che quella rosa: la 1000 miglia era la corsa più affascinante e popolare dell’epoca, Quella era l’Italia del dopoguerra in piena ricostruzione, che sognava e sognava cose come l’automobile, il frigorifero o le vacanze, e aveva il mito della velocità.
partenza da Brescia, giro di boa a Roma e ritorno a Brescia tra due ali di folla enormi lungo 1600 km 1000 miglia appunto. Alla corsa partecipa anche il bel mondo della dolce vita: assieme ai piloti professionisti corrono nobili e imprenditori,
come il playboy Alfonso De Portago, nobile e scapigliato spagnolo maglietta nera giro collo e bomber in pelle, lo accompagna alla partenza la nuova fidanzatina, l’attrice Linda Christian, idolo dei paparazzi.
Ma dopo l’incidente i giornali si scatenanoGli stessi giornali che avevano esaltato la 1000 miglia, dopo l’incidente andarono all’attacco delle corse e di Ferrari: il Corriere della Sera strilla in prima pagina: La mille miglia cimitero di bimbi e di uomini, basta! Fa da controcanto La stampa di Torino, il giornale della fiat: BASTA COL SANGUE
L’eco è enorme , la Svizzera vieta le gare automobilistiche, in italia si proibiscono le grandi corse su strada e si processa Enzo Ferrari
L’accusa è di omicidio colposo e lesioni gravi. oggi per un imprenditore è normale essere chiamato in giudizio per un incidente sul lavoro o per un difetto nel progetto oppure nella costruzione di una macchina. Ma il processo a Ferrari ha rappresentato una eccezione sia per le qualità del personaggio burbero e leggendario che per gli interrogativi sulla sicurezza nelle corse automobilistiche, domande rimaste senza risposta. La magistratura indaga sulle qualità costruttive della macchina e delle gomme Englebert, si stende l’ombra del sospetto sull’indifferenza di Ferrari...