Non c’è cosa più bella che vivere un anno in una scuola o in un’accademia di teatro. La magia che si crea in quel contesto è inimitabile nel mondo fuori. Sicuramente il mio anno in accademia a Roma è stato tra i più i intensi, belli, emozionanti e anche tristi della mia vita, in quanto vivere le emozioni dalla radice genera quel gelo di cui parlava Eduardo De Filippo, per citarne uno.
Non racconterò però di quell’anno di accademia da cui fui cacciato talaltro, ma per farvi capire quanto fosse entusiasmante per me, voglio assicurare che spesso facevamo esercizi di intesa intima tra coppie e io personalmente ho baciato tantissime ragazze a scopo di esercitazione emotiva attoriale e questo mi esaltava da paura. La più intensa fu quando mi rifiutai di fare determinati esercizi con uomini, ovviamente, non perché mi infastidisse sperimentarmi a livello omosessuale, cosa che non ho mai fatto, ma perché mi fanno proprio schifo gli uomini. Poi certe cose anche se sono sperimentazioni su un palco creano comunque intimità e non voglio quell’intimità con un mio compagno di corso. Questa tipologia di esercitazione non è un semplice bacio scenico per intenderci, ma qualcosa di molto più sessuale.
La buona notizia è che quel giorno poi mi misero in coppia sempre con una ragazza, per renderle difficile l’esercitazione ci misero davanti al suo fidanzato e io dovevo praticamente scoparla senza scoparla davanti a lui. Grande esercitazione, temo che lui mi abbia odiato e devo ammettere che la ragazza in questione mi ha mandato sguardi per tutto l’anno ma nulla di fatto, non sono riuscito ad andare oltre e non me la sono neanche sentita di forzare la mano. Era da sfigati tramutare l’esercitazione in vita vera.
In ogni caso, l’esperienza di cui voglio parlare adesso riguarda il mio primo anno di Teatro, in una scuola pomeridiana nelle mie zone, dove ho messo basi solide che mi accompagnano ancora oggi e dove ho vissuto la vera magia di quel mondo, grazie anche al regista Silvio Araclio, un uomo immenso che mi ha fatto innamorare della recitazione. Un uomo che invitava all’amore e all’amare.
Tutto l’anno mi concentrai nella seduzione di una ragazza che non era neanche così carina, però mi sembrava proprio lo stereotipo della brava ragazza, ero ancora stupidamente a caccia della donna giusta. Purtroppo aveva un problema alla pelle e emanava un odore che non mi piaceva proprio e allora fui costretto a rinunciare. Decisi all’ultimo di cambiare preda: una ragazzina carinissima, tanto bella quanto scrausa sul palco e allo stesso tempo sempre imbottita di profumo ma un tantino minorenne.
Ormai era maggio, le margherite sbocciano e pavoni tirano fuori la coda. Dopo averle dato una buona dose di attenzioni le do appuntamento nella sua città dove passiamo un pomeriggio piacevole a conoscerci. Pomeriggio che si conclude con un romantico bacio di cui conservo ancora una foto e con l’incontro fortuito con suo padre. Una branda di un metro e novanta che faceva il buttafuori e di cui lei era perdutamente innamorata. Mi squadra un po' ma capisce che comunque sono un bravo ragazzo, anche se mi guarda con lo sguardo di chi sta capendo che la sua bambina sta per diventare adulta.
La madre di lei invece mi amava, si fidava di me, nonostante la frequentassi da giusto qualche settimana voleva conoscermi e io tirai la corda dicendo che non era il caso. Non perché non volessi, ma perché le mamme sono pericolose. Fuggendola però la sfidai letteralmente e questa si è rivelata una pessima mossa.
In ogni caso, era il mio compleanno e lei il giorno dopo è venuta da me con una maglia in regalo, ma il vero regalo volevo farglielo io.
La portai nel cosiddetto “scopatoio”, una sorta di piazzale all’aperto fronte mare dove appunto ci si perde in attività promiscue o nell’abuso di sostanze e lì io mi rendo conto che lei ha avuto pochissime esperienze. Lentamente la bacio e inizio a toccarla, captando un’eccitazione spropositata. Per la...