Giorgio Quadri, il 28 maggio 1775, era sbarcato da una galea in Riva degli Schiavoni. Egli proveniva da Corfù, un’isola posta di fronte alle coste dell’Epiro, da secoli sotto il dominio della Repubblica della Serenissima. Il mercante veneziano aveva con sé una discreta somma da investire ed era accompagnato dalla bella moglie, la giovane Naxina. Secondo la tradizione fu lei che sollecitò il marito a investire i beni in un locale pubblico. Come negli altri caffè, oltre alla nigra bevanda, qui si offrivano cioccolata calda alla vaniglia, zabaione, biscotti baicoli, gelati, sorbetti, orzate e limonate, oltre a vini e liquori. Il titolare serviva anche quella che era la sua specialità, il caffè alla turca, fatto con una polvere macinata molto fine depositata sul fondo della tazzina, e la semada, una bibita a base di semi di popone o di mandorle e zucchero. Nel 1830 il caffè fu venduto ai fratelli Vaerini, che lo ristrutturarono completamente. Molti personaggi illustri si sono seduti nello storico caffè sotto le Procuratie Vecchie, da Stendhal a Byron, da Alexandre Dumas padre a Marcel Proust. Ancora oggi il Quadri è frequentato da registi e attori che partecipano alla Mostra del Cinema di Venezia, tra cui Woody Allen.
© Editoriale Programma - Maria Beatrice Autizi