Indizi di futuro

Green pass europeo, infermieri vaccinati che si contagiano, e un altra morte sul lavoro.


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Benvenuti a indizi di futuro. Oggi è Giovedì 06 maggio 2021,
Io sono Roberto e in questo episodio vi parlerò di green pass europeo, infermieri vaccinati che si contagiano, e di un altra morte sul lavoro
Un podcast è come il domino e ognuno di noi è come una tessera di quel domino, se non condividete il link con i vostri amici, il gioco finisce.
Oggi è la giornata mondiale del colore e dell’asma.
Se avete un amico che si chiama Pietro, fategli gli auguri perché è il suo onomastico.
Qualche anno fa, proprio il 6 maggio è nata Anne Parillaud la splendida interprete di Nikita di Luc Besson, sembra ieri, ma era il 1990.
Segnate sulla vostra agenda la data del 15 giugno, perché sarà da quella data che entrerà in vigore il Green pass europeo, documento che consentirà di viaggiare in Europa senza dover sottostare alle diverse regole di quarantena che ogni confine oltrepassato oggi ancora impone.
Però già dal 16 maggio sarà in vigore il national green pass che permetterà la libera circolazione nel nostro paese a seguito della verifica di una delle tre seguenti condizioni: tampone antigienico o molecolare nelle 48 ore prima della partenza, essere stati vaccinati con la seconda dose con un medicinale riconosciuto dalla comunità europea, o aver già avuto la malattia.
Intanto a Taormina pare che alcuni infermieri pur se già vaccinati siano vittime di un focolaio scoppiato in un reparto ospedaliero, ma già era accaduto in altre città, insomma personale sanitario che ha ricevuto entrambe le dosi di vaccino, è stato contagiato, e quindi a sua volta può divenire vettore di nuovi contagi. Il vaccino non garantisce l’immunità assoluta, ma se ne parla poco di questo aspetto, oppure per mera casualità mi sono sfuggite notizie o approfondimenti al riguardo.
Invece sì parla molto, e a ragione, di incidenti sul lavoro, di morti bianche, perché la giornata di ieri è stata funestata dalla morte di una giovane donna che lascia un bimbo, e oggi di un uomo padre di due ragazzi.
Due tragedie.
Nel 2020 le denunce di infortunio sul lavoro sono state oltre 550 000 mila di cui 1270 con esito mortale.
I dati sono provvisori perché si attende la conclusione di molte istruttorie, ma l’indicazione è chiara. Sono tanti, troppi.
Quattro persone al giorno.
Circa un terzo degli esiti mortali sono dovuti al Covid-19.
L’unica consolazione, che nonostante il virus, il numero delle denunce presentate all’istituto è diminuito del 13,6% rispetto all’anno precedente, ma sicuramente ha influito il telelavoro che ha diminuito del 40% gli incidenti in itinere e sia il fatto che molte persone purtroppo non hanno lavorato.
Ad esempio taxisti, rappresentanti di commercio, e molti altri che facevano dello spostamento su mezzo di trasporto la loro principale occupazione.
Guardando il dato in modo grossolano, ovvero senza analizzare le cause, ed escludendo il 2020 che è stato un anno molto particolare, i dati sono variati da 1155 nel 2015 a 1023 nel 2019, ma senza indicare una precisa tendenza, ovvero ad esempio nel 2016 sono stati 1021 e nel 2018 1122.
Insomma non si nota una invece desiderata tendenza al ribasso.
Bene anche oggi qualche indizio l’abbiamo comunque trovato, sappiamo che il Covid-19 sarà un nemico presente per molto tempo ancora, e che il vaccino non è una protezione completa. Riguardo agli incidenti sul lavoro, invece, urge un forte ingresso della tecnologia in quei settori dove ancora l’uomo è attore principale e grave rischio di incidenti.
Un nuovo lavoro, ovvero persone impegnate a ridurre attraverso l’uso della tecnologia il rischio di infortunio, oltre che già come facciamo attraverso il controllo delle procedure.
A domani.
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Indizi di futuroBy Roberto