La tradizione inventata è un un’insieme di pratiche rituali e simboliche, molto regolamentate, che pretende di affondare le proprie origini in un passato più o meno lontano, ma che in realtà ha una nascita precisa, spesso deliberata, tesa a creare una unità di fondo in continuità col passato e quindi a cementare un gruppo sulla base della sua presunta storia. L'operazione riesce però solo quando si realizzano peculiari condizioni. In tutta la nostra storia si possono registrare innumerevoli tradizioni inventate, ma secondo Hobsbawm un periodo particolarmente fertile si registrò tra la fine del XVIII e gli inizi del XX secolo, quando i cambiamenti sociali, politici e culturali furono di così ampia portata e talmente destabilizzanti da rendere insufficienti le vecchie e consolidate consuetudini - pensiamo ad esempio ai riti contadini - e a rendere necessari nuovi momenti di condivisione collettiva.
Il bisogno di una nazione e soprattutto la necessità di garantire la fedeltà dei sudditi fu un potentissimo generatore di tradizioni. La più curiosa, perché involontariamente ironica, è quella del kilt scozzese, che i romantici trasformarono nell’abbigliamento nazionale delle Highlands identificativo addirittura dei clan, quando invece è frutto della bella pensata di un imprenditore inglese.