Ho sognato
e non
era il dolore
delle unghie sulle pareti
ma
il rumore
del mio precipitare
:il mulinare del corpo senza più posto
né abbraccio
:il clangore dell'urlo che deraglia
:il pulsare vano delle vene
pronte a esplodere
poi, per essere
più leggero
ho indossato
il tuo sorriso
e sulle labbra
la tua lingua
mi diceva:
«lascia
lo sguardo acceso, quando
il fiore nasce
ti chiamerò»
[ GMD 14-05-2020 ]