la mia città
è mia
perché
lo è diventata.
No, mica ci sono nato
ma
mi ha ridato un'origine.
Come due amanti: ci siamo capitati
forse per caso, per noia o per distrazione
di certo per sempre.
L'ho scelta, la scelgo
e ogni volta è la prima
per come si dà
svelata - mai nuda
al mio camminare
da balcone a balcone, inciampo dopo inciampo
al mio penetrarla
di sguardi
al mio goderne dicendola
:la sua lingua nella mia.
E l'aria che mi porto
in tasca
con lei si fa voglia
di pioggia che pareggia l'arsura
o vortice di foglie
che riempie la mia apnea.
La mia città
è alta e bassa
di grammatica e geografia.
È lei a svuotarmi
come vino nel bicchiere
e a lasciarmi ebbro,
a vantarmi dell'abbraccio venturo,
a meditare
:che il suo nome
sia la sua atavica antinomia
:che la sua bellezza di pietra, sfacciata e pudica
sia come un breviario
sotto chiave.
Che io posso aprire e recitare,
con la memoria
dei primi passi.
[ GMD 5-05-2020 ]