L’8 e il 9 giugno si andrà a votare per 5 quesiti referendari abrogativi in materia di legge sul lavoro e sulla cittadinanza. Dietro lo slogan della “tutela dei diritti”, chi voterà No intravede il rischio di un pericoloso passo indietro. I quattro quesiti promossi dalla CGIL mirano a smantellare parti essenziali del Jobs Act e delle attuali norme sul lavoro a termine. Per molti, queste modifiche reintrodurrebbero rigidità nel mercato del lavoro, scoraggiando le assunzioni e frenando la competitività delle imprese, soprattutto le più piccole. La campagna referendaria dei promotori si è basata su molteplici imprecisioni che noi, con l’aiuto di chi quelle norme le ha scritte, il Prof. Tommaso Nannicini, cercheremo di chiarire.