Calle, Campo, Ponte e Rio de le Becarie si trovano nei pressi di Rialto; qui vi erano i luoghi preposti allo smercio delle carni e spesso anche alla loro macellazione. Becher poi era chiamato il macellaio addetto alla preparazione dei pezzi di carne e alla loro vendita al minuto; per cui in città si incontra qualche toponimo nato da questa denominazione, come Calle del Becher a San Felice, in Strada Nova. Il toponimo Luganegher, vale a dire “salsicciaio”, che vendeva prodotti di maiale sotto ogni forma, è abbastanza frequente da incontrarsi, ad esempio in Frezzaria, a Sant’Aponal e a San Cassian, come Calle, Sotoportego, Ramo e Corte del Luganegher. Questo mestiere era molto diffuso tant’è che alla fine della Repubblica contava ben 684 addetti. Il consumo di salsicce, così come di carni di manzo, di vitello, di pecora e di castrato, a cui è da aggiungersi la cacciagione, era abbondante e diffusissimo tra la popolazione. Legato al mestiere dei luganegheri c’è a San Matteo di Rialto un altro curioso toponimo: Corte dei Pii, che nulla ha a che vedere con particolari praticanti religiosi, ma con il fatto che in questo luogo si usavano cuocere piedini di maiale, di manzo, di vitello e di castrato, proprio ad opera dei luganegheri.
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