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IFIB: La Bioeconomia, da Strategia a Azione


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A Torino, in occasione dell’Italian Forum on Industrial Biotechnology and Bioeconomy (IFIB), si è fatto il punto sulla situazione del biotech a livello nazionale e internazionale. L’evento, che ha visto la partecipazione di oltre 220 delegati da tutto il mondo, ha confermato come la bioeconomia sia un movimento globale in crescita, spinto dall’esigenza di affrancarsi dalle fonti fossili per un’economia più sostenibile e basata su risorse biologiche rinnovabili.Mario Bonaccorso, direttore del Cluster SPRING, ha sottolineato come le due giornate torinesi abbiano offerto l’opportunità di ascoltare presentazioni di imprese innovative in settori chiave: dalla chimica bio-based all’automotive, dai biocombustibili all’agroalimentare. Le tavole rotonde hanno approfondito temi cruciali, in particolare le nuove politiche per la bioeconomia a livello europeo e nazionale. Un momento saliente è stata la discussione con Agata Kotkoska della Commissione Europea e altri importanti rappresentanti di organizzazioni europee e private.La discussione ha evidenziato l’urgenza di passare dall’attuale fase di ricerca e innovazione a quella di industrializzazione per rimanere competitivi a livello globale. L’obiettivo è chiaro: tradurre le strategie in piani d’azione concreti, con l’adozione di leggi e regolamenti efficaci per creare un mercato solido per i prodotti innovativi. Questo approccio è in linea con le recenti indicazioni del rapporto Draghi, che ha evidenziato la necessità di agire con prontezza. La Commissione Europea, dal canto suo, sta già muovendo passi in questa direzione, come testimonia la prossima pubblicazione del Circular Economy Act.Il dibattito ha inevitabilmente toccato l’influenza del contesto geopolitico. Nonostante la posizione di alcuni attori politici come Trump, che ha ritirato un ordine esecutivo di Biden sulla biotecnologia, gli Stati Uniti rimangono un player di primo livello. Questo scenario, ha spiegato Bonaccorso, impone all’Europa di rafforzare la propria unità e la capacità di avere una posizione chiara e difendibile. L’affrancamento dalle importazioni di fonti fossili, reso ancora più urgente dagli attuali conflitti, fornisce un ulteriore stimolo allo sviluppo di alternative a base biologica, un concetto ribadito anche dalla Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen.Passando al piano nazionale, Bonaccorso ha lanciato un appello per l’Italia: è il momento di meno chiacchiere e più azioni. Il Cluster SPRING sta coordinando un gruppo di lavoro per esaminare la legislazione esistente e proporre modifiche concrete. Una delle principali sfide è l’assenza di una definizione di “bioeconomia” nella legislazione italiana e di una normativa dedicata. È fondamentale, inoltre, un maggiore coordinamento interministeriale (Agricoltura, Ambiente, Ricerca, Economia) per un settore così complesso e interdisciplinare.Guardando al futuro, Bonaccorso esprime la speranza che entro un anno la strategia si trasformi in un piano d’azione e che vengano realizzate riforme cruciali. Tra queste, la riforma dei codici NACE/ATECO, la riforma dell’LCA (Life Cycle Assessment) e la creazione di un lead market che favorisca lo sviluppo di nuovi mercati per i prodotti bio-based. La leadership italiana e europea nel settore, infatti, va mantenuta per non rischiare di diventare meri importatori di innovazione dall’estero.
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