FastLetter!

Il Collasso di Internet


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FastLetter - Una fonte buona dalla quale aggiornarsia cura di Giorgio TavernitiN. 54 - 12 Maggio 2025

Di cosa parliamo

* Il Collasso di Internet

* Apple darà il segnale

* AI Overviews è peggio di quello che pensi

* AI Max di Google: un mondo senza Keyword

* L’Internet Liquida sarà API First (o MCP)

* La Realtà Aumentata

* Saluti

Premessa:

Vi ho raccontato del WMF in Silicon Valley come parte del nostro Road to WMF 2025. Ci sono delle belle novità in arrivo. Il 29 Aprile si è svolto The Script Day: un evento online e gratuito dove alcuni dei Best PPC Influencers del 2025 ci hanno raccontato le novità sulla tematica. Mentre il 20 maggio si terrà la conferenza stampa del WMF.

E poi ci sono due eventi partner nel Road To!

Il primo è il SusHi Tech 8-10 maggio a Tokyo. Il WMF - We Make Future ha partecipato all'evento insieme al Comune di Bologna per ridisegnare il futuro delle metropoli.

Il secondo è il Montemagno Live 2025, il tour che toccherà Milano, Torino, Firenze, Bologna e Roma! La tappa di Bologna del Montemagno Tour 2025 sarà al Teatro Europauditorium il 18 Maggio alle 21:00. E io ci andrò, visto che Bologna è la nostra città!

Marco Montemagno salirà sul palco con un monologo di idee, humor e provocazione per affrontare le sfide future. Ci sarà anche un bonus esclusivo per accedere a un workshop gratuito su ChatGPT.

Ci vediamo lì?

Qui il sito ufficiale del Tour. Qui tutto il nostro RoadShow.

IL COLLASSO DI INTERNET

Internet, per come l’abbiamo imparata a conoscere, collasserà.

Il potere economico si concentrerà nelle mani di pochi. La produzione di informazioni testuali sarà sempre minore, controllata, fatta da persone pagate in modo specifico per questo.

Le voci autorevoli diminuiranno.

Il mondo video resterà un mondo a parte, ma anche qui avremo un cambiamento con molta spazzatura e sempre meno valore, da andare a ricercarsi con cura.

Questo è ciò che avverrà con la scusa dell’Intelligenza Artificiale.

Se Google avesse attivato AI Overviews senza che ci fosse ChatGPT ci sarebbe stata una rivolta sociale.

I guadagni di Google aumenteranno. Il traffico delle query informative non era poi così importante a livello economico per Google. Ma lo era per le aziende. Che alzeranno gli investimenti per compensare.

I proprietari dei siti produrranno sempre meno contenuti informativi, perché non conviene.

Sia chiaro: l’Intelligenza Artificiale Generativa è uno strumento utilissimo. Ma se c’è una possibilità che le cose possano andare male, questa possibilità sarà realtà.

E non perché ci sono i cattivi in giro, ma perché il mondo nel quale tutti viviamo è un mondo che ha da molti anni una direzione chiaramente economica. Questa direzione, più l’azienda diventa grande, più diventa l’unico obiettivo da perseguire.

Le aziende devono guadagnare. Non ci piove su questo.

Non abbiamo però trovato il modo di proteggere il valore del mondo che viene distrutto da una cosa nuova.

Attenzione. Voglio essere chiaro. Può essere che non ci sia alcun modo. Ma nessuno può saperlo perché non ci abbiamo nemmeno provato.

Non vorrei però che passasse il messaggio del tipo: “hey, guarda che queste cose accadono sempre. Prendi Uber ad esempio…”

Non è questo il caso. Qui stiamo parlando di toccare tutta la parte di condivisione della conoscenza in senso ampio.

Cosa nascerà da questa era non lo sappiamo.

Se l’Umanità si impigrisse perché non ha alcuna soddisfazione nel cercare qualcosa di nuovo da poi condividere, non sappiamo cosa potrebbe accadere.

Vabbè, magari è un pensiero mio.

Quando è nato il Web 2.0 sembrava una cosa solo FIGHISSIMA. Il frutto sono stati i Content Creator, che hanno subito mostrato il loro aspetto positivo, prima che le piattaforme ne approfittassero spremendoli e creando ambienti sempre più tossici, veloci, superficiali. Distruggendo poi i luoghi di discussione, cambiando radicalmente il significato della parola conversazione.

Conversazione:

Dal lat. conversatio -onis ‘il trovarsi insieme’, der. di conversari ‘trovarsi insieme’.

Oggi è io contro chi non la pensa come me. Risultato? Odio ovunque.

Vabbè, magari è un pensiero mio.

Però sogno da sempre un mondo consapevole che ragioni insieme sulle innovazioni e sulla tutela di ciò che abbiamo.

Magari non c’è soluzione. Il problema principale però è la resa cognitiva. Non parliamo nemmeno più di come si potrebbe fare diversamente. Accettiamo e basta.

E le Big Tech se ne approfittano, ovviamente, di questo.

Se possono guadagnare di più senza alzare polveroni, legittimate dall’innovazione o dal doversi adattare, lo fanno senza alcuna preoccupazione di distruggere le realtà che fino ad ora hanno creato quel valore.

Vabbè, magari è un pensiero mio.

A livello personale non sono preoccupato. Io da sempre regalo tutto quello che ho. Ma ricordo cosa è successo con i blog. C’è stata un’era fiorente, molte persone scrivevano, conveniva. Poi non c’è stato modo di renderle indipendenti. Si sono fatte assumere e hanno smesso di condividere.

Spero che questa cosa non avvenga con un più grande impatto. La mia paura più grande è che il danno più grande lo subiremo noi come esseri umani. Così come abbiamo perso la voglia di parlare davvero con qualcuno, di conversare, di approfondire…non vorrei che perdessimo la capacità e la voglia di condividere.

Vabbè, magari è un pensiero mio.

Tipo…Wikipedia non sarebbe mai nata da questo mondo.

APPLE DARÀ IL SEGNALE

È un po’ di tempo che dico di cambiare il motore di ricerca interno dei siti e di mettere il proprio ChatGPT o Gemini attraverso un sistema con i RAG.

Questo per due motivi:

* è un sistema migliore

* si possono iniziare a studiare i comportamenti del nostro target e comprendere meglio il nuovo mondo

Ma nonostante i vantaggi nel farlo siamo sempre troppo lenti.

Ci sono però una serie di notizie che riguardano Apple che magari aprono un po’ la mente: aldilà del cambio di naming da Search ADS a Apple ADS, quelli di Cupertino hanno fatto sapere che stanno parlando con Anthropic, OpenAI e Perplexity perché vorrebbero integrare la ricerca AI al posto della ricerca classica.

Il tutto nel contesto del processo che vede sotto accusa l’accordo Apple-Google come motore di ricerca. Eddy Cue (Senior Vice President Services di Apple) ha detto che è vero che la ricerca AI ha una qualità peggiore, ma che le ricerche tramite Google sono calate.

Google ha dovuto fare un comunicato stampa per smentire questo calo, affermando il contrario. Su Search Engine Land entrano nei dettagli di questa diatriba.

Pensate a questa cosa: per anni si è pensato che Apple dovesse avere un suo motore di ricerca, oggi invece potrebbe fare un accordo per un modello ibrido e poi costruirselo più facilmente.

Di sicuro c’è una strada importante: Apple sta pensando di sostituire il suo sistema interno di ricerca. È un segnale molto forte.

Poi magari continuerà a portare avanti il suo accordo con Google e sostituirà Search con AI Mode, offrendo anche le alternative.

Ma la strada è spianata: l’esperienza di ricerca sta cambiando radicalmente.

Di sicuro su Google avremo l’AI Mode come default. Su questo tema vi consiglio il grande articolo di Gianluca Fiorelli: Why AI Mode will replace traditional search as Google’s default interface.

Troverete un sacco di spunti. Alcune cose le conoscete già perché io e Gianluca ci confrontiamo spesso e abbiamo una visione simile. Dal Search Journey a Discover in home.

Altre invece sono nuove e di approfondimento anche per me.

AI OVERVIEWS È PEGGIO DI QUELLO CHE PENSI

Qualche mese fa scrivevo che il calo di traffico dovuto ad AI Overviews avrebbe sicuramente portato un traffico più vicino alla conversione, ma che comunque avremmo perso un quantitativo di utenti importante. E suggerivo di salvare il tutto con Big Query.

Sto leggendo in giro che questi utenti che stiamo perdendo sono traffico non molto utile, perché vogliono solo informazioni.

Purtroppo non è così.

L’AI Overviews non si attiva solo per le query informative semplici, ma anche per quelle complesse, dove la risposta la offrono e l’hanno sempre offerta i siti.

Il problema principale riguarda però il fatto che questo traffico molto importante è da considerare come Awareness. Certo, per alcuni progetti il problema è principalmente economico. Un sistema basato sulle pageviews è destinato a chiudere.

Per le aziende invece, significa perdere una grande fetta di Awareness. E a volte anche dei passi successivi del Customer Journey.

È vero che le aziende dovranno produrre più contenuti e aumentare la quantità di volte che sono pertinenti. È vero che bisogna creare dei contenuti molto approfonditi.

Ma la questione va focalizzata. Purtroppo ci perdiamo sempre in quello che accade oggi senza fermarci a riflettere. È Awareness molte volte.

E per compensare questo traffico non si può pensare di fare un piano solo per entrare dentro AI Overviews, perché il quantitativo di persone che poi clicca è troppo basso.

La parte di Awareness va potenziata andando a trasformare i contenuti informativi anche in ispirazionali, coprendo la perdita tramite ambienti video e Discover. Con discutibili metriche qualitative, rispetto a prima.

Quindi il progetto dovrebbe avere:

* più video

* più presenza in Discover

* più contenuti testuali

* più contenuti profondi

* più pubblicità

Con tutte queste azioni riusciamo a compensare. Chi meno, chi più.

C’è da ragionare profondamente su queste tematiche perché, ad oggi, sembra che per compensare questa cosa dobbiamo fare di più. Molto di più. Ma quanto costa?

E comunque la questione rimane sempre legata a tutto quello che oramai da più di 10 anni dico in giro: diventa la Fonte!

Ho chiesto ad Alessio Pomaro di raccontare i test che stiamo facendo in Consulting su AI Overviews; lui dice:

Sto facendo diversi test e studi per avere una visione più chiara del funzionamento e di quello che si può fare per portare un contenuto a diventare una risposta su AI Overviews (e non solo). Ho creato anche un Agent basato su diversi modelli e tool esterni, in grado di sviluppare delle risposte maggiormente pertinenti alla query di ricerca. Si riesce a diventare una fonte per questi nuovi sistemi ibridi (SE + LLM)? Sì, si può farcela. Ma con quale effort? Non banale, perché essere parte di una risposta di questi sistemi implica l'aver prodotto non solo un contenuto di qualità, ma anche delle risposte di qualità. E "qualità", per un algoritmo, ha un senso ben preciso. La SEO si evolve ancora una volta, ma per raggiungere obiettivi diversi da prima. Questo, come sempre, può non piacere, ma se il campo di gioco cambia, anche la strategia deve evolversi.

Io credo che stia cambiando tutto. E che ogni realtà avrà un modo diverso per restare a galla e poi esplodere. La consulenza diventerà ancora più diversificata. E probabilmente aumenteranno i reparti Strategici e di Branding da un lato e tecnici per le connessioni tra le nostre informazioni e quelle degli ecosistemi.

Una bella Internet Liquida ci aspetta. Credo che avremo molto meno controllo rispetto ad oggi, con un reparto di Analytics che guiderà il futuro, una volta che avrà trovato la strada giusta per tracciare il tracciabile e capirci qualcosa in più.

Ma come dicevo all’Accademia di qualche giorno fa, credo meno nei marketplace e più nelle fonti primarie. Questo vale nel mondo e-commerce così come nel mondo delle informazioni.

Su questo il contributo di Marco Quadrella:

La SEO raccoglie i bisogni sotto forma di query e ti porta su un contenuto sul quale tu puoi soddisfare il tuo bisogno (formativo o transazionale).Con l'AI, però:

* l'informazione può essere fornita più efficientemente da un LLM in tanti casi

* la transazione (o l'azione) sarà fornita sempre più spesso da MCP o da operatori artificiali

In ufficio abbiamo lanciato un gioco: su quale sito non ha per te più senso entrare? L'elenco sta crescendo molto velocemente.

AI MAX DI GOOGLE: UN MONDO SENZA KEYWORD

Tutta questa rivoluzione passa anche dall’ADS. Se siete stati ben attenti alle news di qualche giorno fa, sarà arrivata voce che Zuckerberg non vuole intermediari (The Verge.).

Vuole prendere il processo che ti porta a fare pubblicità e farlo fare tutto all’AI.

“We’re going to get to a point where you’re a business, you come to us, you tell us what your objective is, you connect to your bank account, you don’t need any creative, you don’t need any targeting demographic, you don’t need any measurement, except to be able to read the results that we spit out”.

Chiaro. Che ci vuole? Così quando non ci saranno più intermediari saranno in grado di prelevare i soldi direttamente dalle banche senza che nessuno possa capire bene quello che sta succedendo.

Da Google la pensano allo stesso modo da molto più tempo, quindi il futuro è presente, velocemente. Già nella SEO le Keyword sono un concetto super-obsoleto, ma a breve non le avremo più in Google ADS.

Quindi ho chiesto a Gabriele Benedetti di Search On Consulting, di spiegarci questa grande novità di Google. Sicuramente sul canale YouTube faremo una live dopo il Marketing Live di Google e il Google I/0.

Il contributo di Gabriele:

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Da anni Google ci ha abituato ad un campo di gioco sempre più piccolo e con sempre meno azioni da svolgere, il "leveled playing field".Gli advertiser si sono dati da fare cercando di differenziarsi in 2 modi, tramite creatività e first party data, le leve rimaste per fare la differenza.Da anni Google ci dice di essere meno operativi e più strategici, la direzione è chiara e al Search Marketing Connect abbiamo scherzato per anni sull'idea che Google Ads sarebbe diventato come un Jukebox: Metti monetina - ascolti canzoncina.I passi svolti in questa direzione sono francamente stati molto lenti negli ultimi anni, nonostante il gran parlare di AI, ciò che usavamo non è cambiato in modo significativo.Ci aspettiamo però che questo GML sarà molto diverso, gli annunci fatti fin qui e il materiale che è attualmente online già ci mostra che Google ha lavorato per creare nuova letteratura.Synthetic Keywords, Keywordless Targeting e Keywordless Tech sono termini nuovi e che ci disegnano uno scenario che si delinea in modo sempre più chiaro.L'utente cerca in modo sempre più diversificato > le parole chiave non sono più in grado di rappresentare il mondo > l'unione tra asset generati dagli advertiser, landing page sempre fatte meglio e in mezzo una intelligenza artificiale che "colma gli spazi vuoti" è per ora la risposta che abbiamo davanti.Le preoccupazioni sono ovviamente molte, frutto dei danni fatti dalle Performance Max che per troppo tempo hanno lasciato gli advertiser al buio costretti a rivolgersi a script di terzi per comprendere il risultato degli investimenti economici. Google ne è consapevole e nelle dichiarazioni di lancio di questa nuova tecnologia (che fortunatamente per ora non viene spinta in una nuova tipologia di campagna, ma si integra "on top" alle attuali campagne in rete di ricerca) segnala che ci saranno elementi di monitoraggio e strumenti di rimozione degli elementi indesiderati che sembrano andare incontro ai timori dei professionisti del settore che devono sempre trovare il giusto bilanciamento di performance tra reach e relevance.Tra poco potremo testare con mano questa nuova tecnologia e rispondere a molti dei dubbi che in questi giorni ci vengono in mente.

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L’INTERNET LIQUIDA SARÀ API FIRST (O MCP)

Ora che abbiamo affrontato questi argomenti c’è un ultimo passetto da fare.

La notizia di un accordo tra OpenAI e Shopify è stata accolta con grandi speranze. Il compra ora direttamente dentro ChatGPT è molto vicino.

Questi sono gli ecosistemi che si stanno aprendo, come descrivevo già nel libro Google Liquido. Oramai è sempre più frequente.

Mettiamo insieme tutto:

* ricerche personalizzate

* ricerche AI

* ecosistemi aperti

* pubblicità con AI

Molto facile. Faremo molte interazioni senza usare le pagine. Con la voce. Con i dispositivi. Con un comando.

E questi dati non sono facilmente tracciabili. Se uso la voce per dire a Gemini di trovarmi un hotel, lo trova, mi risponde, io confermo e lui prenota con tanto di pagamento, avrò usato solo API.

Di chi? Boh. All’hotel arriva la prenotazione, da dove potrebbe non saperlo. Potrebbe essere Booking? O forse direttamente da altro? Non è facile.

Non a caso stanno nascendo come funghi vari sistemi di MCP, ovvero Model Context Protocol. Qui l’annuncio di Anthropic, il post di Osmani e l’adesione di Google e OpenAI.

Ma vi dirò di più.

Anche per farvi capire a cosa porterà questa cosa, che lo vogliamo o meno.

Facciamo finta che un’azienda a caso (Google) abbia il controllo di tutto. Dal sito alla pubblicità. Se io utente chiedo a Google un paio di scarpe…né io utente né il commerciante sanno niente.

Google potrebbe facilmente trovare le scarpe, comprarle e farmele avere.

A quel punto potrebbe benissimo imputare al sistema pubblicitario il costo. Oppure, ancora peggio, potrà dire all’imprenditore: dammi il 30% su tutte le vendite. Te le piazzo io.

Non ci credi? Durante il podcast Presente, Futuro! del WMF discutevamo con Alessio dell’ultima mossa di Visa:

Visa ha appena presentato l'"Intelligent Commerce" (https://corporate.visa.com/en/products/intelligent-commerce.html), uno strumento attraverso il quale gli AI agent saranno in grado di gestire l’intero processo di acquisto per conto dei consumatori: dalla ricerca al pagamento, fino alla gestione post-vendita.

Non solo ci avviamo verso acquisti senza e-commerce, ma l'intelligenza artificiale introduce scenari di mediazione algoritmica non banali. Non solo i modelli potranno scegliere al posto nostro (o contribuire alla scelta), ma potranno agire al posto nostro, in base agli obiettivi e alle preferenze che noi stabiliamo.

Questo tipo di comportamenti sarà il futuro.

LA REALTÀ AUMENTATA

È un po’ che condivido i pensieri di Michele di Pasquale e qui trovate un suo pensiero di cui vi cito questa riflessione :

Il pensiero speculativo è nato dal fatto che, tutti i device futuri per la realtà aumentata, saranno oggetti fisici connessi ad ecosistemi chiusi (quelli cloud AI) e considerando che diventeranno il ponte tra il mondo reale e quello digitale (sovrapponendoli), allora qualsiasi dato rischia di segmentarsi... un po' come avviene oggi con le politiche di streaming, dove per vedere "questa serie" devi avere o questo o quello....nel caso dell'ar diventerà (il mondo di apple, google, meta, etc...)

Se così fosse sempre meno siti nascerebbero basati sul world wide web perché i dati realmente interessanti saranno quelli desunti dalla vita reale; perché quelli statici di internet ormai sono stati assorbiti...e se quelli dinamici cambiano device e saranno soprattutto funzionali perché georeferenziati...ecco che si arriverà probabilmente alla fine dell' "internet WWW a pagine html".

Per me il Collasso di Internet per come lo conosciamo avverrà per vari motivi. Sicuramente stanno nascendo molti mondi dove l’uso delle pagine html è sempre minore.

I device saranno sempre più al centro.

Avremo sicuramente molto bisogno di certificazioni, qui tornerà utile la Blockchain e sistemi come il Content ID dedicati però alla verifica della persona.

SALUTI

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