Il Fatto del Diavolo

Un ritorno veemente e un messaggio a cuore aperto, che probabilmente rimarrà una puntata isolata. Fa malissimo vedere un Milan trattato cosi, senza capo nè coda. Servirà un miracolo per raddrizzare un futuro che sembra oscuro e negativo. La voce fuori dagli schemi, ma lucida del Fatto del Diavolo torna a farsi sentire in modo deciso anche verso i tifosi rossoneri, cercando di far capire cosa non va per davvero e cosa non si è capito per anni. Al costo di essere diretti ma scomodamente oggettivi.

L’abisso più profondo. Dopo tanto silenzio, ecco il DEVASTO DEL DEVASTO. Pioli ha umiliato e offeso il Milan ed è ora di vuotare il sacco senza filtri. Il FATTO si scatena ad altissimi decibel e raccoglie i cocci di un disastro che aveva annunciato.

12 mesi terrificanti (ma le avvisaglie del tracollo c'erano gìà state) eppure è ancora in sella. Il Fatto del Diavolo scandaglia Stefano Pioli, l’artefice del disastro rossonero. Rimarrà ancora a lungo o verrà esonerato? Cosa puó succedere qualora l'allenatore venisse cambiato? La partita col Sassuolo potrebbe dare risposte potenti sul futuro del Milan.

A lungo termine e non a breve termine. Di testa e non di pancia. Ecco i nuovi ragionamenti del Fatto del Diavolo in seguito alla retrocessione ai playoff di Europa League e in vista dell’operatività di Zlatan Ibrahimovic, rientrato nei radar rossoneri.

Il grande affetto dei fan torna a far ruggire il Fatto del Diavolo, che è di nuovo in onda dopo un weekend sabbatico. Nella nuova (momentanea) veste, ci si concentra sulle dinamiche generali del mondo Milan non prendendo in considerazione le singole partite. Dunque il Diavolo avrà la forza di lottare per il campionato o per la Coppa Italia? Scopriamolo in questo nuovo episodio dedicato ai voi fedeli supporter.

Il Fatto del Diavolo chiude (momentaneamente) i battenti. Almeno fino a quando Stefano Pioli sarà l’allenatore del Milan. Non c’e più nulla da dire.

3 punti immeritatissimi contro la Fiorentina per un Milan pieno zeppo di indisponibili, brutto per tutta la partita e difficile da leggere, a livello tattico, per gran parte della gara. Non sembra nemmeno di commentare una vittoria dopo il triplice fischio finale. Le continue lacune di Stefano Pioli hanno prosciugato le energie del Fatto del Diavolo che stoicamente registra una delle puntate più apatiche della sua storia.

Vergognoso, pietoso Pioli. Il tecnico del Milan indossa nuovamente le vesti dello scienziato pazzo contro il Lecce dopo essere tornato un allenatore normale solo per l’impegno europeo contro il PSG. La mossa a centrocampo Krunic-Pobega è l’ennesima stregoneria che riporta i rossoneri a stare in campo senza logica. Il doppio vantaggio all’intervallo non è sinonimo di controllo della gara e nella ripresa vengono messe a nudo tutte le incertezze già avvistate nei primi 45’. I cambi dell’alchimista scellerato nel secondo tempo e il festival di infortuni fanno il resto. Il Lecce recupera la partita e la vincerebbe anche, ma il VAR salva il Diavolo che non esce sconfitto solo per gli almanacchi. Il 2-2 finale e la prestazione sconcertante equivale ad un ko sotto tutti i punti di vista.

San Siro on fire, una formazione messa in campo con criterio e il recupero di alcuni importanti titolari fanno ricomparire una versione molto piacevole del Milan.
Il PSG viene piegato con merito e i rossoneri tornano pienamente in corsa per il passaggio del turno in un girone equilibratissimo. Donnarumma subisce l’accoglienza che si merita al ritorno da avversario e torna a casa sconfitto.
Pioli ha dimostrato ancora una volta di effettuare accorgimenti seri solo dopo lunghi periodi negativi (e scriteriati), ma a lungo termine manterrà la strada dell’equilibrio e della logica?

La tempesta cade sul Milan. Il timoniere Stefano Pioli continua nelle manovre azzardate e puntualmente sprofonda. Ancora infortuni, ancora scelte di formazione assurde, ancora problemi tattici, ancora dichiarazioni bizzarre e chiaramente, ancora una volta, l’Udinese diventa un ostacolo insormontabile. L’ennesimo sfogo del Fatto del Diavolo contro un allenatore ormai anche oltre la canna del gas.