Per "la nova incontra" Antonio Bassolino: "il contributo di Berlinguer alla democrazia italiana", il professore Pasquale Giustiniani analizza il ruolo dei cattolici nella costruzione dell'Italia repubblicana, focalizzandosi in particolare sulle figure di Aldo Moro ed Enrico Berlinguer e sul loro tentativo di convergenza politica.Il saggio inizia con una premessa che sottolinea l'importanza dell'articolo 32 della Costituzione italiana, relativo al diritto alla salute, come un "contro-limite" al potere statale, influenzato dal pensiero personalista di figure come Mounier e Maritain.Il primo capitolo, "Chiesa e modernità", ripercorre la storia del modernismo cattolico, con figure come Fogazzaro, Toniolo e soprattutto Romolo Murri, che auspicava un ruolo guida della Chiesa contro il liberismo e per una conciliazione tra Stato e Chiesa. Viene poi analizzato il pensiero di Don Luigi Sturzo, fondatore del Partito Popolare, e il contesto della dottrina sociale della Chiesa espressa nell'enciclica Rerum Novarum. Si evidenzia come Sturzo anticipò una "teologia della laicità", con una visione dialettica tra natura e grazia, Chiesa e mondo.Il secondo capitolo introduce il tema centrale del saggio: "Cattolici e costruzione dell'idea repubblicana", aprendo alla riflessione sulle figure di Aldo Moro ed Enrico Berlinguer.Il terzo capitolo è dedicato a Berlinguer. Viene descritta la sua evoluzione da figura "grigia" a leader carismatico del PCI, capace di un confronto aperto con la Chiesa cattolica. Si sottolinea la sua "questione morale", il bisogno di etica nella politica, e la sua idea di una "terza via" tra comunismo e socialdemocrazia, con una progressiva distanza dall'URSS. Un momento chiave fu il tentativo di "solidarietà nazionale" tra comunisti e cattolici, promosso da Berlinguer. Viene ricordato anche il rispetto trasversale che suscitò la sua figura, culminato nell'omaggio di Giorgio Almirante durante la camera ardente.Il quarto capitolo si concentra su Aldo Moro. Viene ripercorsa la sua precoce carriera politica e il suo ruolo nella FUCI e nella redazione del "Codice di Camaldoli", un importante documento di preparazione all'Italia post-fascista. Si evidenzia il suo impegno nella Resistenza e nella ricostruzione del Paese, con una forte attenzione alla formazione delle coscienze democratiche. Viene descritta la sua ascesa politica nella Democrazia Cristiana e la sua visione di superamento delle divisioni politiche. Tra il 1975 e il 1976, Moro elaborò l'idea di una "terza fase per la Democrazia Cristiana" orientata a una "democrazia dell'alternanza". Il capitolo si conclude con il tragico evento del suo rapimento e assassinio nel 1978, mentre si stava per presentare il governo di solidarietà nazionale.La conclusione del saggio sottolinea come Aldo Moro ed Enrico Berlinguer, pur provenendo da orientamenti politici diversi, abbiano incarnato due esistenze che si sono incrociate nel tentativo di costruire un bene comune e rafforzare l'identità repubblicana. Questo avvenne nel contesto del lento processo di unificazione italiana e alla luce della Costituzione, che riconosce anche gli accordi con la Chiesa cattolica. Vengono ricordati gli anni del "compromesso storico" e la campagna moralizzatrice di Berlinguer. Infine, si menziona il pontificato di Paolo VI, con il suo "vento nuovo del concilio", come sfondo di questo tentativo di avvicinamento. Il professor Giustiniani conclude evidenziando l'importanza ancora attuale del binomio etica-politica e politica-cultura per costruire un consenso duraturo e una visione del mondo solida.