In quante startup bisogna investire per avere un ritorno? E come sceglierle? Carlo Tassi, business angel 2024, racconta la sua esperienza di dieci anni di investimenti in imprese innovative.

I dati di una ricerca su 25 anni di acquisizioni dicono che le aziende comprano sempre meno startup, anche negli Stati Uniti e in SIlicon Valley. I motivi? Ne parloamo con Matteo Daste, avvocato italiano che segue le più importanti operazioni della San Francisco Bay.

Per la prima volta nel governo dell'Unione Europea c'è una commissaria che fra le sue deleghe ha anche le startup e dovrà ridurre il gap con gli Stati Uniti. Fabirzio Capobianco, che ha creato in Italia un nuovo startup studio, racconta perché cerca idee innovative da portare in SIlicon Valley, dove è stato per due decenni imprenditore di successo.

Il rapporto Draghi sulla competitività europea dice che bisogna accelerare sull'innovazione. Con il presidente di Italian Insurtech Innovation parliamo di come sta innovando l'industria delle assicurazioni.

Alberto Onetti racconta l'esperienza di Burnig Man, un evento annuale nel deserto americano. Il founder Marco Rammilli, invece, racconta come la startup IdentifAI lavora per scorpire se un contenuto è creato dall'intelligenza artificiale o no.

“Burn Rate. Launching a startup and losing my mind”: è il titolo del libro di Andy Dunn. Dal burn rate al burnout e alla depressione il passo è purtroppo più breve di quanto si pensi. Al lato oscuro delle startup e ai disagi psicologici dei founder è dedicato questo episodio speciale. “Parlatene senza problemi, non c’è nessun stigma sociale. E se vedete qualcuno che non sta bene, regalategli il libro di Dunn, lui/lei capirà”, dice Francesco Inguscio, che fa outing sulla sua bipolarità.

Si può fare innovazione in una media azienda? “Sì, la dimensione è un alibi” è la risposta di Marco Checchi, CEO di Pelliconi, ospite con Matteo Mingardi, Chief Innovation Officer della società leader mondiale nella produzione di tappi.
In questo episodio si parla anche di: Mavriq (ex Mutuionline), di Starting fiance, di comepetenze digitali e professionisti

Ospite di questa puntata Alberto Dalmasso, CEO e co-founder di Satispay, il primo unicorno italiano.
che festeggia 10 anni dal suo primo round, il primo anniversario nell’ingresso nella sua nuova Casa e il riposizionamento strategico del brand. 

Ricordando diversi momenti della storia di Satispay, Alberto tocca tanti punti interessanti:

- La crescita lenta dei primi anni
- La svolta con il round di fine 2022, quello della valutazione superiore al miliardo
- La capacità acquisita, in termini di risorse finanziarie e di competenze, per fare cose prima impensabili
- Il riposizionamento del brand come evidenza di una nuova strategia di sviluppo verso il corporate welfare
- La centralità del mercato italiano, pur nello sviluppo europeo
- La “pigrizia” del venture capital europeo e di quello italiano in particolare

Edizione straordinaria da Bakers Connect2024. 

Di cosa abbiamo parlato?
* Il fardello della legacy, organizzativa e tecnologica, nelle aziende italiane (grandi ma anche PMI) che frena l’innovazione e rende assai complicata l’innovazione e la relazione con le startup
* Gli anticorpi necessari per evitare le crisi di rigetto nelle attività di hashtag#openinnovation
* I vantaggi del modello hashtag#StartupStudio rispetto al hashtag#VentureCapital
* La visione e il mindset di una ex startup nata da uno spin-off universitario che, una volta diventata grande, torna ora ad affrontare le sfide dell’innovazione per entrare in nuovi mercati.

iGenius, che settimana scorsa aveva lanciato il primo LLM nazionale sviluppato con CINECA, ha annunciato un round da 650 milioni. Quando il round sarà chiuso, la valutazione dovrebbe essere superiore a 1 miliardo: allora avremo il primo unicorno italiano dell’AI. Ma perché il round è stato annunciato prima della sua chiusura? Proviamo a fare qualche ipotesi…

Ospite di questa episodio è Andrea Zorzetto, founder di peoplerank , che permette di “dare il voto” a founder e investitori