FastLetter!

Internet è Morta, Viva Internet!


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FastLetter - Una fonte buona dalla quale aggiornarsia cura di Giorgio TavernitiN. 55 - 26 Maggio 2025

Di cosa parliamo

* I rilasci in USA hanno rotto

* Il FURTO

* La disintermediazione di tutto

* Il grande reset di Internet

* Il futuro delle aziende

* Il futuro delle persone

* Il Google I/O e il nuovo mondo in cui vivremo

* Saluti

Premessa: la scorsa edizione della FastLetter, Il Collasso di Internet, era solo una anticipazione di quello che avremmo visto durante il Google I/O.

Chi mi segue da molto non è sorpreso di nulla.

Cito la Liquidità di Google, il crollo del traffico per le informazioni, il calo dell’awareness che avverrà, il mondo API First o MCP First, gli acquisti diretti dove ad un certo punto non ci sarà più nessuno in mezzo tra l’utente e l’azienda se non Google o altri, la realtà aumentata. La salute, l’ambiente.

All’evento di Google abbiamo visto veramente tutto ciò che in questi anni abbiamo trattato sia qui che nei vari nostri eventi con i nostri speaker.

Parlando invece solo di Gemini lo abbiamo visto crescere sia in potenza che in espansione dell’ecosistema Google. Ricordo che all’inizio mi si diceva che ero una sorta di pazzo a pensare che Google avrebbe ripreso OpenAI. Bah, non so dove avete vissuto negli ultimi 20 anni.

O cosa guardate.

Certo, OpenAI non starà lì a guardare, ma come oramai è chiaro a tutti, sta succedendo ciò che vi ho mostrato nel framework della Search Journey Umana che è arrivato il momento di aggiornare e tenerci un corso su YouTube. Ovvero che più entriamo nei nuovi mondi, più la leadership diventa frammentata. Anthropic ha appena rilasciato Claude 4 che spacca.

Ma l’ecosistema di Google fa paura a tutti, perché quello che può fare Google con tutto ciò che noi usiamo, non può farlo nessuno.

Quello che stiamo vivendo in questo periodo è un cambiamento profondo di come abbiamo conosciuto Internet fino ad ora. È un grande reset.

Prima però, mancano pochi giorni al WMF. So che incontrerò molti di voi e devo dirvi che non vedo l’ora di scambiare 4 chiacchiere. Io sarò sempre in giro!

Controllate che ci sono vari tipi di biglietti, ovviamente per chi viene anche per la formazione il Full Ticket è quello giusto: https://www.wemakefuture.it/

È arrivato il momendo di addentrarci in queste novità, però dobbiamo farlo con la consapevolezza che hanno molto di positivo e io sono entusiasta dell’AI e dell’innovazione, ma ci sono una serie di punti negativi che vorrei trattare prima. Perché è importante vedere tutta la torta.

I RILASCI IN USA HANNO ROTTO

Non lo leggerete da nessuna parte.

C’è un sentiment molto negativo che sta crescendo da parte di tutto il Digital nei confronti di Google al di fuori dagli Stati Uniti.

Lasciamo da parte la politica, è un sentiment dovuto al continuo rilascio di applicazioni solo per quel mercato.

Lo conosco molto bene perché su YouTube è più evidente e impattante. Ho montato un casino 2 anni durante un loro meeting perché con queste cose favoreggiano i Creator USA ma dicono di essere una community globale.

Oggi su YouTube molte cose vengono lanciate in USA e poi anche in Korea o Brasile o India. Cosa che Google sta tentando di fare, ma non ci riesce.

Durante la live c’erano ad un certo punto 75.000 spettatori in contemporanea con 22.000 mi piace. A me le dinamiche umane fanno troppo impazzire, sono lì a guardare come ci comportiamo per comprendere chi siamo.

È un numero molto elevato. Giustificato comunque, in linea con i grandi annunci positivi.

Ad un certo punto nel giro di 5 minuti i mi piace sono scesi a 13.000. Un botto, una roba mai vista. Sapete cosa era successo?

Sunder Pichai ha detto che AI Mode sarà rilasciato per tutti solo in USA.

Booooooomm!

Gli USA hanno rotto. Ero in chat con Gianluca Fiorelli (lo avete letto vero il suo articolo su AI Mode?) che mi ha detto: che occhio!

Potrebbe sembrare un dettaglio e sono sicuro che tanti pensano che sia ovvio, ma vi posso assicurare che un calo del genere non ha niente di ovvio.

È un sentiment molto forte. Segno che c’è oramai una community globale che si sente esclusa. Si parla molto di inclusione, superficialmente per mettersi delle piccole bandierine sul petto la facciamo. Ma praticamente, nella sostanza, siamo lontani anni luce.

Queste aziende sono degli scrigni bellissimi all’esterno, ma vuoti dentro. Il problema è quando lo sono anche molte delle persone che ci lavorano.

IL FURTO

Sta avvenendo il più grande furto di conoscenza all’Umanità.

Mi ricordo che due anni fa, all’AI Festival e poi al WMF, Sergio Barile (Professore Economia e Gestione delle Imprese presso Università di Roma “La Sapienza”) fece un intervento dal titolo: “La redistribuzione della ricchezza nell'era dell'intelligenza artificiale. Quale futuro?”.

Questo nuovo mondo sta sfruttando la conoscenza del mondo di prima senza alcuna preoccupazione, distruggendo modelli di business molto importanti.

Non parliamo di uno o due settori, parliamo di centinaia.

Con l’attivazione di AI Overviews e ancora di più con AI Mode (della quale presto avremo i dati nella Search Console di Google per tracciare il traffico) Google si erge a editore. Già lo faceva prima, ma ora la scala è troppo grande.

L’uso di un “motore di ricerca” in quel modo lo trasforma in un produttore di contenuti.

Di contenuti ovviamente ai quali riconosce un link. Vorrei però farvi riflettere.

Mettere un link ad una fonte, nell’Internet di ieri aveva un valore. E inoltre, era solo un pezzo di contenuto, con link alla fonte. Oggi si usa tutto quel contenuto e quello di altri.

Non è più solo un pezzo di contenuto e un link alla fonte. Che vale sempre meno. C’è da rivedere il sistema perché si sta spostando anche la parte economica, Google usa i contenuti di tutta l’Umanità per fare molto di più di quello che faceva ieri.

A breve avremo la pubblicità dentro AI Overviews e AI Mode.

Che paradosso: rubando contenuti e utenti, ci guadagneranno di più. Da chi? Dalle aziende che hanno prodotto i contenuti e non hanno più visibilità; quindi la compreranno.

LA DISINTERMEDIAZIONE DI TUTTO

Credo che sia il punto focale.

Non parliamo solo dell’editoria. Non parliamo solo dell’e-commerce. Non parliamo solo delle agenzie pubblicitarie. Vogliono disintermediare tutto.

La mission di Google è stata sempre organizzare le informazioni del mondo.

Ora si è aggiunta un piccola postilla, che vi dico io, perché lì non c’è.

Diventare l’unico soggetto in campo tra le persone e le informazioni. Ridurre il più possibile la visibilità di chi sta in mezzo. Tagliare più pezzi possibile della catena.

Perché per l’utente è tutto più facile.

Ecco, voglio farvi focalizzare una cosa.

Se è bene per l’utente, non è detto che sia un bene per la persona.

Non è uno questione linguistica. L’utente è colui o colei che usufruisce di un bene o servizio. La persona beh…non c’è bisogno vero?

Ma di sicuro, ciò che è un bene per l’utente mi fa davvero troppo strano che coincida così spesso con un bene per Google e sempre un male per altre aziende.

Stiamo entrando nell’era agentica. È tutto un agente. Che sia in ricerca o in assistenza, Google diventerà per noi tutto.

IL GRANDE RESET DI INTERNET

Non siamo più in grado di fermarci per protestare. Siamo troppi in questo mondo, siamo frammentati. Non possiamo permettercelo.

Raga, davvero.

Quando Google decise di fare il rollback della funzionalità di Chrome per guadagnarci di più e far pagare alle aziende questo costo ingiusto, perché non ci siamo organizzati per spegnere Google ADS per una settimana?

Sta avvenendo un grande reset. Il Collasso di Internet è l’inizio di un nuovo mondo.

Le aziende che sono leader hanno visto l’opportunità economica di spremere tutte le altre che sono sotto, prenderne il valore e concretizzarlo tutto per loro.

Si sta creando un nuovo mondo Economico per Internet.

Per certi versi Internet tornerà alle origini. Faremo un balzo indietro nel tempo per alcune cose.

La questione per noi è una: bisogna che ci togliamo rapidamente dai nostri modelli di pensiero quella Internet per iniziare a ragionare il prima possibile della nuova Internet.

Niente piagnistei. È un mondo molto crudo che se ne frega.

Dobbiamo cambiare rapidamente.

La produzione di un contenuto non può più essere come prima. Non si può affrontare il futuro facendo quello che facevamo in passato. È già cambiato tutto.

Se continuiamo a fare come abbiamo sempre fatto, almeno dovremmo avere l’onestà intellettuale di dire che avremo numeri diversi e inferiori a prima.

IL FUTURO DELLE AZIENDE

Cosa cambia? Cosa dobbiamo fare?

Ci sono un paio di cose importanti. Certo bisogna essere presenti, non ci piove. Bisogna sicuramente avere visibilità e fare SEO.

Ma le cose che ha scritto John Mueller nel post Top ways to ensure your content performs well in Google's AI experiences, sono così da più 10 anni:

* Focus on unique, valuable content for people

* Provide a great page experience

* Ensure we can access your content

...e via dicendo.

E sono quelle che vede un uomo che lavora per Google la cui visione è limitata. Limitata alle SERP ovviamente. È un grande John, ma giustamente risponde al contesto.

Infatti la cosa più importante da fare è studiare il modo più forte che abbiamo per offrire un grande servizio, fidelizzare la persona. Sì, la persona, non solo l’utente.

Fare in modo che quando quei pochi utenti arriveranno ai vostri contenuti tramite un sistema di AI, gli viene la voglia non solo di leggere, ma di non tornare indietro ad approfondire tramite l’AI perché si sono trovate nel posto migliore.

E, a quel punto, fare in modo che restino in contatto con voi.

Si chiamavano Community un tempo, poi il termine è diventato troppo omnicomprensivo e non si capisce più cosa significa davvero.

Pensate a fare in modo che una persona si senta parte di qualcosa.

E le community oggi si possono creare anche senza quella necessità di interazione.

Amazon Prime. Per esempio, per certi versi, lo è.

Ovviamente non basta.

Facendo ciò che dice John Mueller (ma credo che lo avrete sentito prima da me senza nessuna presunzione, ma solo per un dato di fatto, ci sono le slide agli eventi :D) e applicando un sistema di Fidelizzazione forte sicuramente saremo sulla buona strada.

Poi però, bisogna capire che le cose stanno cambiando.

Quindi, sicuramente, c’è quella parola oramai usata pure al bar: Brand.

In realtà c’è un’altra parola molto interessante che invece è buttata lì: Pubblicità. Advertising. Sì sì, sono due cose diverse, per ora. Ma vabbè.

L’AI si prenderà tutta la fetta di Awareness e andrà dritta alla Conversione. Se invece usate, al posto del Customer Journey, il modello del Messy Middle, le cose non cambiano. Si prende il Trigger e l’uscita dal Messy Middle.

I pezzetti della catena si rompono. Non ci saranno più gli anelli.

Se prima potevamo agire nelle varie fasi con i contenuti, ora i nostri contenuti dovranno tentare di fare ciò che fa l’AI: essere risolutiva in un colpo solo. In effetti la fase Ispirazionale lo fa, quindi qui vengono in gioco, come parole, anche Video, Ispirazionale e Audience.

Ma i contenuti, per fare in modo che siano Ispirazionali, dovrebbero nascere da contenuti molto approfonditi, ovvero Risorse che noi poi abbiamo sul sito, altrimenti non riusciamo a chiudere il cerchio.

Insomma, mettiamo lì le parole insieme:

AI, Content, Community, SEO, Ispirazionale, Risorse, Audience, Video, Pubblicità, Advertising, Processo d’Acquisto, Brand, Servizi, Persone, Fidelizzazione.

Il Futuro delle Aziende è tutto da scrivere, ci sono interi settori che spariranno, per chi resterà invece si tratterà di capire che dosaggi usare nella nuova ricetta.

Esempio.

Sul mercato resteranno pochi marketplace, perché Google, Amazon e i vari sistemi di AI disintermedieranno molto ponendosi come unico soggetto.

Quelli che resteranno saranno quelli che faranno grandi investimenti su Brand, Servizi, Persone, Fidelizzazione, Visibilità, Prezzo.

Chi ha un marketplace di medio livello, sparirà.

Vi invito a riflettere ognuno per il suo settore.

IL FUTURO DELLE PERSONE

O per meglio dire, l’effetto dell’AI sulla gente.

Nell’edizione precedente vi ho parlato di quanto sono preoccupato del fatto che siccome non conviene produrre contenuti, potremmo andare nella direzione di perdere la voglia di condividere.

Non è l’unica preoccupazione. Giovanni Cappellotto ha commentato la scorsa edizione con un pensiero che voglio riportarvi:

*********************

Si parla spesso di come l’intelligenza artificiale influirà sui nostri contenuti, sui processi e sulla produttività individuale. Ritengo altrettanto fondamentale immaginare in che modo l’IA possa trasformare l’umanità dei clienti, ponendo una questione di portata antropologica.

Affidare i compiti più complessi all’IA significa rinunciare all’esperienza di apprendimento profondo, quella capacità di riflettere e acquisire una saggezza pratica che ci arricchisce davvero.

Interagire con chatbot sempre pazienti può indebolire la nostra empatia e renderci meno abili nel cogliere i segnali sociali più sottili.

Quando una macchina esegue ogni compito meglio di noi, che spazio resta per il libero arbitrio?

In che modo cambia la nostra percezione del rischio? E quale valore avrà ancora il passaparola?

Se l’IA prenderà il posto di molte occupazioni, diventerà più difficile trovare uno scopo nella vita e costruire relazioni autentiche.

Affidarsi ciecamente alle decisioni dell’IA rischia di erodere la fiducia nelle nostre stesse capacità decisionali.

Con contenuti sintetici sempre più indistinguibili da quelli reali, ognuno tenderà a creare la propria “verità” su misura delle proprie convinzioni, perdendo un terreno comune di dialogo e aumentando il relativismo che rende incapaci di avere un pensiero forte e fondato.

Ci saranno persone che abbracceranno i vantaggi dell’IA e ci sarà chi sceglierà il rifiuto consapevole. Sono tutti clienti e tutti meritano attenzione.

*********************

In questo momento di incertezza l’unica cosa certa è che non sappiamo in che modo noi esseri umani prenderemo tutto questo.

Parlando di libero arbitrio, che si crea nel momento in cui mettiamo spazio e tempo da uno stimolo per agire con responsabilità, credo che possa tornare utile rivedere La Notte Buia di Internet

Il mio sogno è quello di approfondirlo per portarlo poi a Teatro e farlo diventare anche un Libro.

Perché l’unica cosa che possiamo veramente fare è tentare di guidare le nuove generazioni nel rapporto che c’è con la tecnologia.

IL GOOGLE I/O E IL NUOVO MONDO IN CUI VIVREMO

Ora che ho reso chiaro cosa penso di questa azienda che distruggerà interi settori (devo ancora dirlo altrimenti poi..), posso anche dirvi che il Google I/O si è rivelato un evento incredibile. È stato una figata.

Non solo una quantità di roba pazzesca, ma per evitare di fare gli errori fatti in passato, molte cose sono già disponibili. Altre saranno lanciate a breve e altre ancora più in là.

Ma la sensazione è che sia nettamente diverso dalle scorse edizioni dove poi non sempre c’è stato un rilascio.

E, a livello concettuale, esclusa l’edizione del 2023, le altre erano tutte banali. Se vi andate a riprendere la FastLetter dedicata, potete vedere oggi ciò che raccontavo due anni fa: guardate quante cose effettivamente sono andate in quella direzione.

Infatti la grande verità che esce fuori dal Google I/O non è la singola funzionalità incredibile. Cioè, facciamo un esempio: Veo 3, il sistema che genera video e che genera anche l’audio facendo i rumori ambientali e dando la voce ai personaggi.

È impressionante. Ma avevate dubbi che in ambito video Google sarebbe stata un passo avanti a tutti? E in che mondo vivevate? Cioè cosa e chi avete letto fino ad ora?

Ora è tutto facile eh? Ora è chiaro. Ora ci sembra quasi normale che Google sia migliore ovunque. Due anni fa era una pazzia.

Potremmo prendere qualsiasi cosa che hanno mostrato. Qualsiasi.

Che ne so. L’acquista con Google, il try on, traccia il prezzo. Ovvero tutto il sistema Agentico dedicato all’e-commerce.

L’AI dentro Chrome.

O ancora parliamo della Search? Come dice Alessio Pomaro

La Deep Research è solo un tool dell'agentic mode.

E cita:

"A new experimental capability arriving on desktop soon. Imagine simply stating your objective, and Gemini intelligently orchestrates the steps to achieve it. Agent Mode seamlessly combines advanced features like live web browsing, in-depth research and smart integrations with your Google apps, empowering it to manage complex, multi-step tasks from start to finish with minimal oversight from you."

E a te cosa rimane da misurare? Solo l’azione finale che vuoi che l’utente faccia.

E AI Overviews in India? Dove le persone si sono abituate e stanno generando molte più query rispetto a prima?

Oppure avete visto le interazioni costanti con Google come Agente sempre attivo dove ci aiuta a fare qualsiasi cosa? Dal riparare la bicicletta a prenotare un posto?

Con il personal context. Quella roba incredibile che solo Google può fare. Cioè anche Microsoft eh, ma meno potente per come la vedo io. E comunque sarà protagonista di una bella fetta di mercato.

Ma questa Internet Liquida che stiamo per vivere sarà fatta da Ecosistemi e sarà API First o MCP First.

Per noi sarà un nuovo mondo. Una modalità diversa di interagire con la tecnologia.

Internet passerà in secondo piano. Sarà solo una strada. Si fonderà completamente con l’essere umano. E forse sarà una parola che useremo sempre meno.

La grande verità che esce fuori dal Google I/O è che Google ci sta trascinando in modo forzato verso un salto nel buio. Senza luci. Se non per loro e per le altre poche realtà.

La grande verità che esce fuori dal Google I/O è che l’ecosistema di Google è così dentro tutte le cose che facciamo, ha così tanti dati su di noi, che è in grado di permeare la nostra vita e il rapporto che noi abbiamo con la tecnologia e la fase di ricerca umana (nel senso più ampio del termine, che è tutto alla fine).

E forse, dico forse, questo nuovo mondo ne creerà anche un altro parallelo in reazione a ciò che sta succedendo.

Per quel mondo, Internet, è un’altra cosa. Per quel mondo Internet sono le persone. Non gli utenti. E Internet, per quel mondo, è un canale di comunicazione per persone che restano umane.

Restiamo Vivi. Attenti. Agiamo nel mondo con Responsabilità.

SALUTI

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