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Dal Ministero di Luigi di Maio è arrivato sul tavolo del Ministro Costa il cosiddetto Decreto Rinnovabili che se firmato, a partire dal 30 novembre prossimo prevedrà incentivi pubblici per la produzione e l’impianto di energie rinnovabili. Tra queste l’eolico, l’idroelettrico, il geotermico e il fotovoltaico, con l’obiettivo tra gli altri di sostituire vecchie strutture in eternit e amianto presenti ancora purtroppo in grandi quantità nel nostro Paese. Ma c’è un grande assente che non viene inserito nel decreto e che quindi, non godrà delle agevolazioni previste in questa misura del Governo: si tratta di quegli impianti idroelettrici di piccola taglia - chiamati comunemente mini-idro - che sfruttano l’acqua fluente di torrenti, canali e fiumi e che hanno una portata ridotta rispetto alle più comuni grandi dighe. Una questione che interessa non pochi stakeholders e che non è sfuggita alla Lega, per la quale il Sottosegretario di Stato al Ministero dell’Ambiente, l’onorevole Vannia Gava, chiede conto non solo al titolare del proprio dicastero, ma anche a quello dello Sviluppo Economico.