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C’è un rischio enorme quando si parla di intelligenza artificiale applicata al marketing: pensare che basti premere un pulsante per avere tutto pronto. Immagini mozzafiato, testi convincenti, promesse scintillanti.
Funziona? Sì, ma solo a metà (ed è pericolosissimo).Perché se quello che mostri non corrisponde alla realtà, il boomerang è assicurato.
Negli ultimi mesi abbiamo visto diversi casi di aziende ed eventi che hanno esagerato con l’AI: campagne costruite su immagini generate al computer, esperienze annunciate come “magiche” che poi nella pratica non lo erano affatto.
Risultato? Clienti delusi, reputazione in fumo e meme che girano online più veloci di qualunque pubblicità (negativa).
L’AI è il problema? No, assolutamente. Anzi: è uno strumento straordinario.
Il punto è come la usiamo.Può amplificare la nostra creatività, velocizzare i processi, aiutarci a esplorare nuove idee. Ma non può sostituire la concretezza, l’onestà e la capacità di mantenere una promessa.
Quindi se credi di “lasciar far tutto all’AI”, stai sbagliando alla grande. Pensa invece a come integrarla con buon senso, senza strafare e rimanendo coerenti.
Perché alla fine, nel marketing come nella vita, la differenza la fa sempre la fiducia: quella che si costruisce nel tempo, con ogni parola che pronunciamo e con ogni promessa che facciamo (e che poi manteniamo!).
Alla prossimaA.
C’è un rischio enorme quando si parla di intelligenza artificiale applicata al marketing: pensare che basti premere un pulsante per avere tutto pronto. Immagini mozzafiato, testi convincenti, promesse scintillanti.
Funziona? Sì, ma solo a metà (ed è pericolosissimo).Perché se quello che mostri non corrisponde alla realtà, il boomerang è assicurato.
Negli ultimi mesi abbiamo visto diversi casi di aziende ed eventi che hanno esagerato con l’AI: campagne costruite su immagini generate al computer, esperienze annunciate come “magiche” che poi nella pratica non lo erano affatto.
Risultato? Clienti delusi, reputazione in fumo e meme che girano online più veloci di qualunque pubblicità (negativa).
L’AI è il problema? No, assolutamente. Anzi: è uno strumento straordinario.
Il punto è come la usiamo.Può amplificare la nostra creatività, velocizzare i processi, aiutarci a esplorare nuove idee. Ma non può sostituire la concretezza, l’onestà e la capacità di mantenere una promessa.
Quindi se credi di “lasciar far tutto all’AI”, stai sbagliando alla grande. Pensa invece a come integrarla con buon senso, senza strafare e rimanendo coerenti.
Perché alla fine, nel marketing come nella vita, la differenza la fa sempre la fiducia: quella che si costruisce nel tempo, con ogni parola che pronunciamo e con ogni promessa che facciamo (e che poi manteniamo!).
Alla prossimaA.