Guido Bosticco, esperto e professionista della Comunicazione, insegnante all’Università di Pavia, imprenditore, saggista e autore insieme Giovanni B. Magnoli Bocchi del libro “Controcomunicazione. Sopravvivere all’intelligenza artificiale (Franco Angeli)”, affronta in questa intervista i principali temi legati alla comunicazione rilevando come oggi più che mai non può esistere una giustizia sociale globale senza una giustizia cognitiva globale. E quindi come la vera sfida di questo momento storico sia coniugare giustizia e conoscenza.
La “verità” è oggi sempre più sotto l’attacco di una narrazione basata su un pensiero unico o dominante. Quello che il sociologo portoghese Boaventura de Sousa Santos ha definito “epistemicidio” per indicare la distruzione del patrimonio culturale delle popolazioni in favore di un pensiero unico, di una o più narrative dominanti .
Gli esempi sono molti: quello di un’idea di progresso come traiettoria della storia a cui tutte le popolazioni dovrebbero aspirare, la naturalizzazione delle differenze per occultare le gerarchie, lo screditamento delle conoscenze alternative a favore della conoscenza scientifica, l’egemonia globale che soverchia la cultura locale, fino alla monocultura capitalistica che si impone su altri modelli produttivi.
Da qui il valore della percezione che oggi, anche grazie alla pervasività e alla diffusione degli strumenti di comunicazione digitali – prima di tutti i social con gli algoritmi che ne governano l’uso – assume rilievo nella manipolazione della realtà. Grazie al controllo e all’uso del significato delle parole, si può offrire alle persone un punto di vista come il nostro, un “framing” preciso (una inquadratura degli argomenti) attraverso il quale vedere le cose fino a che le persone la vedranno come voi. Non è più una questione di razionalità ma di percezione.