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Titolo: La Storia
Autore: Elsa Morante
Narratore: Iaia Forte
Formato: Unabridged
Durata: 28 hrs and 53 mins
Lingua: Italiano
Data di pubblicazione: 10-26-17
Editore: Emons Edizioni
Valutazioni: 5 su 5 su 1 voti
Categoria: Fiction, Contemporary
Riepilogo Editore:
Ambientato a Roma dal 1941 al 1947, il romanzo è un grande affresco corale che racconta gli orrori della guerra e della storia, "questo scandalo che dura da duemila anni". Al centro, le disgraziate vicende della maestrina Iduzza Ramundo, vedova mite e rassegnata, e del figlio Useppe, pischelletto dai grandi occhi azzurri spalancati sul mondo.
Pubblicato nel 1974, ottenne un enorme successo e infiammò violente polemiche, diventando immediatamente un caso politico e letterario. Dal romanzo è tratto il film omonimo, diretto da Luigi Comencini e interpretato da Claudia Cardinale.
©1974 / 1976 / 1986 / 1995 / 2005 / 2014 Giulio Einaudi editore s.p.a., Torino (P)2017 Emons Italia S.r.l.
Recensioni dei membri:
Linguaggio fresco, contenuto polverosissimo
A volte ho dovuto interrompere lascolto per il susseguirsi delle miserie descritte nel romanzo. Serio, drammatico, tragico tutto il libro. In realtà non succede niente di visceralmente catastrofico. Vediamo: una maestra profondamente balorda, di mente mal cresciuta e lenta sopravvive la seconda guerra mondiale a Roma, insieme al suo pupo bastarduccio che due anni dopo, dovuto a certi effetti post-traumatici degli avvenimenti, muore durante un attacco epilettico. Non erano trasportati come tutti gli altri giudei della capitale, non erano messi dentro a camere a gas, pativano la fame sì, ma niente orrendo. Eppure...
lorrendo per me in tutta quella faccenda sorge dallottusità della madre, la quale non è capace per un solo istante di stimulare il suo bambino. Useppe, nato precoce e promettente, alla fin fine diventa un bimbo segregato, tardo, senza informazioni proprie sul mondo intorno a lui. La madre non gli parla, non gli racconta e canta sempre la medesima canzone e Useppe è costretto varie volte a star solo in una camera chiusa a chiave senza uno straccio o anima viva con cui giocare. La gente intorno a loro è troppo indaffarata a badarci, ognuno gli caccia via, rimane dunque la madre sempliciotta che no nutre e basta. Useppe muore non per ragioni sanitari, egli muore per via dellindifferenza generale e mancanza di stimoli mentali. Dico sul serio, La Storia mi fece maggiore effetti che un qualsiasi romanzo di orrore.
Daltro canto il libro ormai perse ogni rapporto con la realtà. Allepoca forse forse destava polemiche ma oggigiorno è fuori stagione. Un redattore del 2017 taglierebbe a titolo giusto due terzi del testo. Sì, Elsa Morante scrive bellissima, ma il romanzo è stracolmo di descrizioni ed idee irrelevanti al lettore di oggi. Io stesso dovevo saltare alcuni capitoli dove il tossicomane Davide parla per quasi cento pagine sugli orrori della guerra e su certi sbagli storici. Presso Morante è tutto ingombrante, troppo, abbundante, interi paragrafi o capitoli a descrivere visioni e sogni, relazioni famigliari e andirivieni per strade in rovina: ma con certi brani memorabilissimi. La psicologia dei personaggi non regge affatto, quel che rimane però è lempatia immensa della Morante per i bambini.
Invece delLa Storia il romanzo doveva intitolarsi magari Ida ed Useppe o Roma città zombi, perché cè solo lambizione del titolo e manca un resoconto storico belle proprio. Ma poniamo che anche questo serve come unallegoria.
La narrazione della signora Forte è eccessionale. Ella canta, grida, sussurra e ride con trasporto, offrendo colori a un libro alquanto debole.