Emanuele Macaluso, grande spirito della sinistra novecentesca, ci lascia nel bel mezzo delle discussioni sui cento anni del Pci, che fu il suo partito per l’intera vita. Ricordarlo, specie per chi ha conosciuto da vicino il suo sguardo intelligente, sornione e siculo, serve a riflettere sulla lunga e fenomenale avventura dei comunisti italiani: un pezzo della Terza Internazionale (quella di Stalin, per intenderci) diventato componente essenziale, e leale, di quella che i compagni della generazione di Macaluso chiamavano “democrazia borghese“.