prof. Giustiniani reports

Le idee cadono dal cielo. La riforma di Giordano Bruno e l’amore di Platone


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Il prof. Pasquale Giustiniani presenta il volume di Giuseppe Ferraro, "Le idee cadono dal cielo. La riforma di Giordano Bruno e l’amore di Platone", un'opera che inaugura la collana "La bottega delle idee" diretta dallo stesso Ferraro. Il libro raccoglie discorsi originariamente tenuti a Napoli, trasformandoli in testo scritto per raggiungere un pubblico più ampio. Giustiniani sottolinea come Ferraro pratichi una filosofia intesa come "pensare camminando e camminare pensando", un approccio che mira a "riparare il cielo" e l'anima, ricomponendo idee frammentate per dare un senso al mondo.
Il volume è diviso in due parti: "La riforma del cielo di Giordano Bruno" e "L’Amore di Platone". Nella prima parte, Ferraro reinterpreta il pensiero di Giordano Bruno, in particolare "Lo spaccio della bestia trionfante", non solo come una riforma del cielo stellato (alla luce della teoria copernicana), ma anche come una riforma dell'anima e dell'immaginario collettivo. Ferraro enfatizza come Bruno, attraverso un "artificio/magia" che è la filosofia stessa, intervenga sul mondo per preservare la vita e proponga una geometria simbolica dell'animo. Viene anche menzionata l'allegoria dei personaggi dialoganti, tra cui Saulino, l'uomo comune, e l'aggiunta dell'Asino Cillenico che simboleggia l'universalità dell'asinità umana.
La seconda parte del libro si concentra sull'amore di Platone, rileggendo il "Simposio" e partendo da una frase cara ad Aldo Masullo: "L’amore ci svuota di esteriorità e ci riempie d’intimità". Ferraro collega questa riflessione alla tragedia contemporanea dell'omicidio di Giulia, elevandola a simbolo di una "tragedia di Stato" che riguarda i legami sociali. Viene evidenziato il ruolo di Diotima nel "Simposio", una figura femminile che trascende il ragionamento binario e definisce Eros come un demone, un filosofo che è "bello e buono" proprio perché non è né l'uno né l'altro in senso tradizionale. Il concetto di amore viene esplorato come desiderio e mancanza, un movimento che spinge all'essere, e viene richiamata la frase evangelica "Noli me tangere" per esprimere l'impropriabilità della bellezza e la natura "tremenda" dell'amore quando si traduce in possesso.
Giustiniani conclude il suo intervento evidenziando il ritorno al personaggio di Metronatte, un filosofo stoico di cui parlava Seneca, che teneva lezioni a Napoli. Attraverso il libro di Ferraro, il lettore si trova a dialogare con diverse figure filosofiche, ricomponendo "frammenti di stelle caduti dal cielo in terra", in un'operazione che è sia intellettuale che profondamente umana e politica.

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prof. Giustiniani reportsBy Scenari Futuri