Adelaide conosce bene il mondo della diet culture perchè ha sperimentato regimi dietetici a partire dall’età di 12 anni, quando il suo corpo ha cominciato a svilupparsi. Vedere quelle forme nuove provocava una certa paura, nonostante fosse un processo fisiologico.
Si approccia poi al mondo del bodybuilding, ma a causa di allenatori sbagliati e contornata da tanto falsi miti, cade nel circolo vizioso della restrizione e dell’iperattività sviluppando un DCA.
Adelaide si trova a soffrire di anoressia, è molto rigida in ogni ambito della sua vita, soprattutto quello universitario e si ritrova all’interno di una relazione tossica.
Un giorno si guarda allo specchio e non si riconosce, vuole prendere in mano la sua vita e pensa che mangiando di più tornerà tutto apposto.
Si rende conto che non è così e il suo DCA nel tempo si evolve in bulimia.
Capisce poi che c’è molto altro sotto, il giudizio degli altri è un macigno, non si sente mai abbastanza, sempre inadeguata.
Adelaide capisce che ammettere di stare male è la chiave e ci insegna che più buia è la notte, più vicina è l’alba.
Ricordiamoci che siamo umani, non robot.