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Nel gennaio del 1951 il segretario della federazione del PCI di Reggio Emilia, Valdo Magnani, dopo aver concluso la sua relazione al congresso, chiese alcuni minuti di attenzione ai delegati e illustrò un ordine del giorno, a titolo personale, dove si chiedeva al partito di impegnarsi affinché qualsiasi ingerenza armata che arrivasse da uno stato straniero fosse considerata inaccettabile. Il riferimento era ovviamente all’URSS di Stalin. Per un partito che in gran parte sognava di fare come la Russia e di vedere i cosacchi abbeverare i loro cavalli nelle fontane di piazza San Pietro quel discorso era un tradimento.
In soccorso dell’amico e compagno Magnani arrivò da Bologna la medaglia d’oro al valor militare per i meriti acquisiti durante la lotta di liberazione da nazisti e fascisti, Aldo Cucchi. Deputato del PCI, come Magnani, e esempio di militante modello per tanti comunisti emiliani e romagnoli.
Magnani e Cucchi divennero così i Magnacucchi. Dileggiati e emarginati in ogni struttura centrale e periferica del partito.
Il segretario generale del PCI, Palmiro Togliatti, fu durissimo contro di loro: «Anche nella criniera di un nobile cavallo da corsa possono trovarsi due pidocchi», disse.
BIBLIOGRAFIA
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Nel gennaio del 1951 il segretario della federazione del PCI di Reggio Emilia, Valdo Magnani, dopo aver concluso la sua relazione al congresso, chiese alcuni minuti di attenzione ai delegati e illustrò un ordine del giorno, a titolo personale, dove si chiedeva al partito di impegnarsi affinché qualsiasi ingerenza armata che arrivasse da uno stato straniero fosse considerata inaccettabile. Il riferimento era ovviamente all’URSS di Stalin. Per un partito che in gran parte sognava di fare come la Russia e di vedere i cosacchi abbeverare i loro cavalli nelle fontane di piazza San Pietro quel discorso era un tradimento.
In soccorso dell’amico e compagno Magnani arrivò da Bologna la medaglia d’oro al valor militare per i meriti acquisiti durante la lotta di liberazione da nazisti e fascisti, Aldo Cucchi. Deputato del PCI, come Magnani, e esempio di militante modello per tanti comunisti emiliani e romagnoli.
Magnani e Cucchi divennero così i Magnacucchi. Dileggiati e emarginati in ogni struttura centrale e periferica del partito.
Il segretario generale del PCI, Palmiro Togliatti, fu durissimo contro di loro: «Anche nella criniera di un nobile cavallo da corsa possono trovarsi due pidocchi», disse.
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