Lettere digitali a Lucilio

Lettera numero #19: Sull’uomo indaffarato ma improduttivo


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  Lettera numero #19: Sull’uomo indaffarato ma improduttivo Trascrizione del testo Caro Lucilio, Mi descrivi le tue giornate frenetiche trascorse sul dispositivo digitale: centinaia di messaggi scambiati, decine di notifiche gestite, innumerevoli schermate scorse. “Sono così occupato”, mi scrivi, “eppure alla fine della giornata mi chiedo cosa abbia realmente compiuto”. Hai scoperto uno dei grandi paradossi dell’era digitale: l’attivismo che maschera l’improduttività, il movimento che nasconde l’immobilità. È possibile essere costantemente impegnati eppure non progredire in nulla di significativo. Una volta ti scrissi: “Non è che abbiamo poco tempo, ma che ne sprechiamo molto”. Questa verità è amplificata dai vostri dispositivi, che eccellono nel creare l’illusione di produttività mentre divorano ore preziose in attività frammentarie e spesso inconsequenziali. L’attenzione umana è il bene più prezioso nell’economia della tua era. Non a caso, i creatori di questi dispositivi competono ferocemente per catturarla. Ogni minuto che passi a scorrere senza scopo, a controllare compulsivamente notifiche, a saltare da un’informazione all’altra, è un minuto ceduto a chi trae profitto dalla tua distrazione. Ti propongo un esercizio di consapevolezza: per una settimana, alla fine di ogni giornata, elenca le tre attività che hanno contribuito maggiormente ai tuoi obiettivi di vita. Poi, accanto a ciascuna, annota quanto tempo hai dedicato ad esse rispetto al tempo totale trascorso sul tuo dispositivo. Le proporzioni ti sorprenderanno. Inoltre, adotta questa pratica: prima di ogni sessione con il tuo dispositivo, stabilisci chiaramente lo scopo e il limite di tempo. “Controllerò le mie email per quindici minuti”. “Cercherò informazioni specifiche su questo argomento per mezz’ora”. “Mi concederò venti minuti di svago su questa piattaforma”. Il tempo non delimitato tende a espandersi indefinitamente. “La vita è abbastanza lunga se sai come usarla”, ti dissi un tempo. Oggi aggiungo: l’attenzione è abbastanza potente se sai come dirigerla. Verso una produttività autentica, Seneca Episodio Precedente
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Lettere digitali a LucilioBy Studio Rossi Napolitano