Lettera numero #32: Sull’uomo indaffarato ma improduttivo Trascrizione del testo Seneca saluta il suo caro Lucilio.Ti osservo, amico mio, sempre più indaffarato e sempre meno soddisfatto. Il tuo smartphone vibra incessantemente con notifiche, messaggi, promemoria. Rispondi a tutti, sei sempre disponibile, eppure alla fine della giornata ti chiedi: “Cosa ho realmente compiuto?”L’illusione della nostra epoca è confondere l’essere occupati con l’essere produttivi. Rispondere a venti messaggi non è necessariamente più utile che riflettere profondamente su un solo problema importante. Partecipare a cinque videoconferenze non è necessariamente meglio che dedicare tutta la concentrazione a un singolo progetto significativo.Lo smartphone ci rende reattivi anziché proattivi: rispondiamo continuamente agli stimoli altrui invece di seguire le nostre priorità. Come diceva il filosofo: “Essere occupati in molte cose è essere occupati in nulla.”Ti suggerisco questo: all’inizio di ogni giornata, identifica l’unica cosa che, se compiuta, renderebbe tutto il resto meno importante. Dedicale il tuo tempo migliore, quando la mente è fresca e l’energia alta. Solo dopo, concediti di rispondere alle richieste altrui.Ricorda: non basta essere indaffarati per essere utili. La vera produttività nasce dalla riflessione, dalla concentrazione profonda, dalla capacità di distinguere l’essenziale dal superfluo. E questo richiede momenti di silenzio che lo smartphone costantemente minaccia.Vale. Episodio Precedente