Lettere digitali a Lucilio

Lettera numero #39: Sull’irrequietezza dell’anima nell’era moderna


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Lettera numero #39: Sull’irrequietezza dell’anima nell’era moderna Copia Trascrizione del testo Caro amico,la tua riflessione tocca il cuore della questione esistenziale che ci accompagna da sempre: l’equilibrio tra l’essere e il fare. Permettimi di esplorare questi temi con la profondità che meritano.Il pensiero non è affatto un “non fare”, ma è forse la più alta forma di attività umana. Quando meditiamo o contempliamo, non siamo inattivi – il nostro spirito è in pieno movimento. Come dicevano gli stoici, è proprio in questi momenti che ci avviciniamo alla nostra natura più autentica. La mente che riflette è come un campo fertile che si prepara al raccolto.Ripetere una lettura o una poesia non è rifiutare il nuovo, ma approfondire il già conosciuto. Come un musicista che esegue più volte lo stesso brano scoprendovi sempre nuove sfumature, così noi troviamo significati nascosti nelle parole rilette. Io stesso consigliavo di “abitare” con pochi autori scelti piuttosto che vagare superficialmente tra molti.Quanto alla nostra natura essenziale, l’homo sapiens primitivo cercava il necessario per sopravvivere, non l’accumulo. Il nostro disagio contemporaneo nasce proprio dall’allontanamento da questa semplicità originaria. Cercare l’essenziale non è innaturale – è un ritorno alle nostre radici più profonde.Consigli pratici:Dedica ogni giorno un tempo alla contemplazione silenziosa, lontano dagli schermi. Non è tempo perso, ma guadagnato.Pratica la lettura profonda: meglio rileggere dieci volte un grande testo che scorrere distrattamente cento libri.Riduci gli stimoli esterni. La natura umana fiorisce nella semplicità, non nella sovrabbondanza.Osserva i cicli naturali. Passeggia in un bosco o in un parco osservando come la natura alterna attività e riposo.Per le tue letture, ti suggerisco:Carlo Emilio Gadda esplora magnificamente la tensione tra ordine e caos in “La cognizione del dolore”. La sua prosa barocca rivela come la complessità del mondo sfugga ai nostri tentativi di controllo, insegnandoci l’umiltà di fronte alla natura.Anna Maria Ortese, specialmente in “Il mare non bagna Napoli” e “L’Iguana”, ci mostra un rapporto con la natura che trascende il razionale. La sua visione quasi mistica del mondo naturale ci ricorda la nostra appartenenza a qualcosa di più grande.Tra gli americani, Henry David Thoreau con “Walden” rimane insuperabile. Il suo esperimento di vita essenziale nel bosco è un manifesto della semplicità consapevole. Anche Mary Oliver, con le sue poesie sulla natura, offre brevi ma profondi spunti di meditazione sull’essere presenti nel mondo naturale.Ricorda che il vero progresso umano non sta nell’accumulare esperienze o conoscenze, ma nel saperle abitare con pienezza. Non è quanto facciamo, ma come lo facciamo che definisce la qualità della nostra esistenza.Ti auguro di trovare quella misura perfetta tra contemplazione e azione che solo la saggezza può rivelare.Ave,Seneca Episodio Precedente
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Lettere digitali a LucilioBy Studio Rossi Napolitano