Indizi di futuro

Libertà di stampa, Reporter senza frontiere e netizen


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Buongiorno e benvenuti a Indizi di futuro. Oggi è Lunedì 03 maggio 2021,
Io sono Roberto e in questo episodio vi parlerò di libertà di stampa, Reporter senza frontiere, e netizen.
Un podcast è come un domino e ognuno è come una tessera, se non condividete il link con i vostri amici il gioco finisce, e poi è molto più facile fermare qualche battito di ali di farfalla ora piuttosto che un uragano domani.
Oggi è la giornata mondiale della libertà di stampa.
Se conoscete un Filippo o un Giacomo, è il loro onomastico, chiamateli e fategli gli auguri.
La libertà di stampa venne ripristinata in Italia con la caduta del regime fascista, l’atto formale si ebbe poi il 18 giugno del 1946.
Nella Costituzione si recita che tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto o con ogni altro mezzo di diffusione, e con l’avvento dei social non soltanto fruiamo a piene mani di questo diritto, ma spesso ne abusiamo.
Io per primo.
E’ un diritto importante perché se come diceva Montesquieu la libertà è quel bene che ti fa godere di ogni altro bene, e se sapere rende liberi, dobbiamo difendere questa nostra importante conquista.
Proprio nei giorni scorsi sulla piattaforma del Consiglio d’Europa con la finalità di promuovere la protezione del giornalismo, e la sicurezza dei giornalisti, è apparso un rapporto che indica l’Italia come il secondo paese in Europa nella classifica per il maggior numero di attacchi all’integrità fisica dei giornalisti.
Un altro problema riguarda la risposta degli enti pubblici alle richieste di informazioni, ovvero al tempo trascorso fra il momento in cui un giornalista richiede un’informazione e il momento in cui gli viene fornita, in Italia, Spagna e Slovenia questo tempo non è più predeterminato, ovvero è stato sospeso il limite massimo della possibile attesa, e quindi si è reso difficile e in alcuni casi impossibile svolgere l’attività.
Esiste un indice, l’indice della libertà di stampa stilato ogni anno da Reporter senza frontiere, che valuta la libertà che i giornalisti e i netizen hanno del paese dove svolgono la propria attività.
Diciamo innanzitutto che un netizen è una persona che attivamente contribuisce allo sviluppo della vita della rete, ovvero che vi si esprime attraverso i mezzi che la rete mette via via a disposizione. Ovviamente tale ruolo è importante in ogni luogo, ma soprattutto in quei paesi dove la stampa tradizionale ha dei limiti nella libertà di espressione, e tale mancanze cercano di essere sopperite appunto dei netizen.
Ma torniamo al nostro indice, costruito sull’analisi di una ampia e variegata quantità di dati che vanno dall’indipendenza, al quadro giuridico di tutela, all’autocensura, al libero flusso delle informazioni, e a diversi altri importanti criteri di valutazione
La classifica pone al primo posto la Norvegia, paese che negli ultimi vent’anni si muove ininterrottamente in quella zona della classifica, a seguire Finlandia, Svezia, Paesi Bassi, Danimarca, Svizzera, e per uscire dall’Europa la Nuova Zelanda.
L’Italia si colloca intorno al quarantesimo posto, davanti comunque agli Stati Uniti d’America di circa 5 posizioni.
Vietnam, Cina, Corea del Nord, Sudan, Siria e Turkmenistan chiudono la classifica come paesi dove la libertà è minore.
Consoliamoci però visto che rispetto all’anno precedente abbiamo guadagnato qualche posizione.
Bene anche oggi abbiamo trovato qualche indizio di futuro, perché pare chiaro che nei paesi dove la qualità della vita è maggiore, maggiore è anche la libertà di stampa, e che dato che la direzione del mondo è inseguire la qualità della vita, necessariamente dovremmo sempre più lasciare libera l’informazione, però controllando la qualità di chi ha il diritto di cronaca, ovvero della sua integrità e capacità.
A domani.
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Indizi di futuroBy Roberto