Storia delle Case Chiuse

Livorno, Casa chiusa Madame Sitrì - Toscana


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I clienti erano ricevuti in salottini privati, non c’era mai confusione per la scala, e nel salone c’erano gli affezionati, quelli che oltre a pagare le marchette, passavano il tempo giocando a carte. Non era posto da studentelli senza il becco di un quattrino.
Negli anni Cinquanta i cadetti, ormai non più aristocratici e dai cognomi altisonanti come i loro predecessori ma dal fare decisamente più goliardico, scrissero sui muri dell’Accademia parecchie frasi su una certa Piera, una ragazza di Villa Sitrì: “Viva Piera!”, “Piera sei la fine del mondo” o ancora “La nostra nave scuola preferita si chiama Piera”. Se il comandante dell’Accademia fosse stato un altro, i cadetti sarebbero stati costretti a imbracciare cenci e ramazze e pulire barche, barchette e tutto quello che galleggiava per decenni. Invece furono fortunati, perché il comandante era Francesco Mimbelli, il quale oltre ad essere un gentiluomo, per di più decorato con medaglie d’oro e d’argento, era anche un personaggio speciale, a cui il senso della cosa non sfuggiva neanche un po’. Così, in abiti borghesi, andò da madame Sitrì per conoscere la famosa Piera, di cui i suoi allievi raccontavano meraviglie.
©Editoriale Programma - Alessandra Artale
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Storia delle Case ChiuseBy Alessandra Artale