Storia delle Case Chiuse

Livorno, Casa chiusa Sorelle Catarsi - Toscana


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Quella delle sorelle Catarsi era di prima categoria, carissima e lussuosa, tra baldacchini e specchi, ori e velluti, saloni e salottini privati.
È diventato leggenda un giovedì del 1917, quando Aimone di Savoia Aosta, il futuro re di Croazia e duca di Spoleto, arrivò all’ultimo anno di Accademia accompagnato proprio da loro. Preavvisata del regale cliente, Valenza si presentò in abito di gala, scollatissimo e con lo strascico. La casa tutta era preparata al suo arrivo: festoni tricolori per la scala, stemmi sabaudi, coccarde e pennacchi in ogni dove. Tutto un gran pavese in onore alla monarchia, ma non solo: appena il ragazzo entrò, partì il grammofono con la Marcia reale, le signorine, vestite per l’occasione, incedevano con passi sensuali e la Catarsi, inchinandosi a lui, pronunciò una frase storica e memorabile per i bordelli di tutt’Italia: “Benvenuto duca, casa Catarsi è fiera di ricevere casa Savoia”.
Valenza e Gisella, amanti delle buone maniere e della monarchia, non amavano il fascismo, il fez, gli stivaloni e la luttuosa divisa d’orbace, anzi quando i gerarchi arrivavano da loro, li guardavano con un certo disprezzo, senza inchini e senza smancerie.
©Editoriale Programma - Alessandra Artale
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Storia delle Case ChiuseBy Alessandra Artale