Il rapporto con il cibo, di conseguenza col proprio corpo, riveste un ruolo importante. Anche se non ce ne accorgiamo, siamo di sovente immersi in una diet culture che tende a far vivere male un eventuale slancio verso la voglia di buono. Una serie di regole sociali quasi oppressive che evidenziano corpi magri, abili e magari bianchi come quelli più desiderabili; in chiave salute una serie costante di modelli da seguire che deprecano il resto. È evidente come queste convinzioni siano discriminatorie e abbiano uno sfondo razzista, classista e sessista, ma purtroppo incidono in maniera inconscia su molte persone.
Quello che serve, invece, è una divulgazione positiva, la possibilità di trasmettere e vivere la propria passione per il cibo con serenità e gioia, ovviamente senza andare a briglie sciolte. Non esiste un unico schema da seguire, la mente non deve essere perennemente stressata da costrizioni e restrizioni, bisogna godersi le cose ma anche avere la consapevolezza di stare bene con sé stessi, avendo rispetto del proprio corpo.
Prima di addentrarmi nel cuore del discorso, bisogna fare una premessa doverosa: se avete patologie o sovrappeso importanti, è bene avvalersi di medici e professionisti, prima di dedicarsi in autonomia alla cura del proprio benessere. Quello che segue è frutto di esperienze personali che possono tramutarsi in consigli da persona comune a persona comune, accorgimenti che potrebbero servire come spunto per migliorare il proprio rapporto con il cibo ma anche con la mente.
Da dove partire? Separando lo sgarro – che ci vuole! – dal quotidiano, trovando godimento nello stare più in forma e comprendendo quello che succede al corpo in base a quello che si fa.