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Imprenditore ed innovatore sociale, Luca Raffaele è il Direttore generale di NeXt - Nuova Economia per Tutti, una rete di organizzazioni nazionali che mira a implementare un nuovo modello di economia che sia sostenibile e civile.
Luca si definisce una persona affamata di relazione, o meglio, cercatrice di senso, che, quando collabora con qualcuno, è in grado di generare una trasformazione con un impatto sulla comunità.
«Nel terzo settore trovo il mio senso, il mio scopo, e attraverso quello scopo riesco a fare in modo che l'attività che sviluppiamo abbia una ricaduta che va oltre il mio operato».
Il concetto di Economia civile viene consolidato in Italia. Il suo fulcro è il rispetto della persona, la tutela dell'ambiente e le relazioni che generano.
Questi sono i canoni cui possano far riferimento le imprese e le organizzazioni, in modo da adottarli nelle loro strategie e, di conseguenza, migliorare un servizio.
Esistono tante realtà appartenenti al terzo settore che adottano gli indici di sostenibilità e che cercano di capire in che modo possano migliorare gli aspetti della governance interna oppure l'aspetto della partecipazione dei volontari e dei beneficiari rispetto ai servizi che erogano.
«Non basta occuparsi di questi temi e dire che si opera nell'Economia civile, o Economia sociale, per dire che si sta facendo un buon lavoro. Bisogna misurarsi e bisogna capire come quel tipo di lavoro sta andando davvero a trasformare il contesto in cui operiamo».
Luca consiglia di partire da un lavoro che sia in grado di puntare sui territori locali per fare in modo di arrivare a contaminare il macro, partendo dal micro. Lo scoglio più grande è saper fronteggiare le sfide e per farlo è necessario creare delle reti che rafforzino i legami deboli all'interno delle comunità.
«Io sono una persona di grande speranza, quindi credo che alla fine di tutto riusciremo a intaccare se riusciamo a ibridarci, ad allearci e a fare sistema, perchè noi contiamo tanto, ci dimentichiamo che noi valiamo il 5% del PIL».
Dobbiamo essere prima noi a far capire quanto valiamo e a mettere insieme quelle che sono le nostre attività peculiari.
«Il criterio della felicità è quello per cui impattiamo solamente per l'attività del nostro lavoro rispetto ai beneficiari dei nostri servizi, ma della felicità che sta dentro le nostre comunità nella loro interezza. E che riguarda anche noi in prima persona».
Luca risponde così alla domanda su cosa sia il criterio della felicità, il quale coinvolge anche tutti i beneficiari dei servizi che eroga il terzo settore, tutta quella parte di future generazioni che rispettano i servizi.
Il peso del terzo settore risulterebbe ancora più significativo, se tutte le persone cui ne fanno parte riuscissero a tener conto del fatto che l'intelligenza relazionale si misura anche sulla qualità delle attività che vengono erogate, e non solo sugli aspetti quantitativi. In tal modo il 'terzo settore può contribuire a quella felicità pubblica e a quel benessere delle comunità in cui vi si opera.
«È ancora una strada in divenire, ma credo che sia la strada giusta da percorrere».
Imprenditore ed innovatore sociale, Luca Raffaele è il Direttore generale di NeXt - Nuova Economia per Tutti, una rete di organizzazioni nazionali che mira a implementare un nuovo modello di economia che sia sostenibile e civile.
Luca si definisce una persona affamata di relazione, o meglio, cercatrice di senso, che, quando collabora con qualcuno, è in grado di generare una trasformazione con un impatto sulla comunità.
«Nel terzo settore trovo il mio senso, il mio scopo, e attraverso quello scopo riesco a fare in modo che l'attività che sviluppiamo abbia una ricaduta che va oltre il mio operato».
Il concetto di Economia civile viene consolidato in Italia. Il suo fulcro è il rispetto della persona, la tutela dell'ambiente e le relazioni che generano.
Questi sono i canoni cui possano far riferimento le imprese e le organizzazioni, in modo da adottarli nelle loro strategie e, di conseguenza, migliorare un servizio.
Esistono tante realtà appartenenti al terzo settore che adottano gli indici di sostenibilità e che cercano di capire in che modo possano migliorare gli aspetti della governance interna oppure l'aspetto della partecipazione dei volontari e dei beneficiari rispetto ai servizi che erogano.
«Non basta occuparsi di questi temi e dire che si opera nell'Economia civile, o Economia sociale, per dire che si sta facendo un buon lavoro. Bisogna misurarsi e bisogna capire come quel tipo di lavoro sta andando davvero a trasformare il contesto in cui operiamo».
Luca consiglia di partire da un lavoro che sia in grado di puntare sui territori locali per fare in modo di arrivare a contaminare il macro, partendo dal micro. Lo scoglio più grande è saper fronteggiare le sfide e per farlo è necessario creare delle reti che rafforzino i legami deboli all'interno delle comunità.
«Io sono una persona di grande speranza, quindi credo che alla fine di tutto riusciremo a intaccare se riusciamo a ibridarci, ad allearci e a fare sistema, perchè noi contiamo tanto, ci dimentichiamo che noi valiamo il 5% del PIL».
Dobbiamo essere prima noi a far capire quanto valiamo e a mettere insieme quelle che sono le nostre attività peculiari.
«Il criterio della felicità è quello per cui impattiamo solamente per l'attività del nostro lavoro rispetto ai beneficiari dei nostri servizi, ma della felicità che sta dentro le nostre comunità nella loro interezza. E che riguarda anche noi in prima persona».
Luca risponde così alla domanda su cosa sia il criterio della felicità, il quale coinvolge anche tutti i beneficiari dei servizi che eroga il terzo settore, tutta quella parte di future generazioni che rispettano i servizi.
Il peso del terzo settore risulterebbe ancora più significativo, se tutte le persone cui ne fanno parte riuscissero a tener conto del fatto che l'intelligenza relazionale si misura anche sulla qualità delle attività che vengono erogate, e non solo sugli aspetti quantitativi. In tal modo il 'terzo settore può contribuire a quella felicità pubblica e a quel benessere delle comunità in cui vi si opera.
«È ancora una strada in divenire, ma credo che sia la strada giusta da percorrere».