Uomo dalla personalità intraprendente e generosa, Filippo Petrolati è il direttore di Fondazione di Comunità Milano, un ente filantropico indipendente nato nel 2018 e operativo dal 2019.
Quest'istituzione sostiene progetti solidali a
chilometro zero, ovvero tutti quei progetti presenti sul territorio pensati e progettati a favore dei
bisogni di 2 milioni di cittadini che popolano Milano, i Comuni metropolitani del Sud Est, Sud Ovest e Adda Martesana.
Laureato in Giurisprudenza nel 1998 e nel 2000 dopo aver conseguito il Master in Management delle Imprese Sociali, Non Profit e Cooperative presso la SDA Bocconi, Filippo Petrolati è stato coordinatore del progetto Fondazioni di Comunità, dove ha iniziato a lavorare nell’area Servizi alla Persona nel 2008 presso Fondazione Cariplo, la medesima fondazione che ne promuove altre due, ovvero la Fondazione di Comunità Ticino Olona e la Fondazione di Comunità Nord Milano.
Sono stati considerevoli i numeri che hanno arricchito questi sei anni di attività: 800 progetti sostenuti e 60 milioni di euro erogati sul territorio. Si tratta di cifre importanti - raggiunte grazie alla grande generosità di tante aziende e tanti cittadini della città di Milano - che celano impegno, dedizione, passione e volontà di aiutare il prossimo. Sono proprio queste le qualità che possiamo riconoscere in questa istituzione filantropica.
«Lavoriamo in co-progettazione, cerchiamo di mettere tanti attori insieme attorno a un tavolo. Riusciamo a farlo perchè abbiamo anche delle risorse e quindi questo sicuramente aiuta, però cerchiamo davvero di diminuire quella che è la frammentarietà del Terzo settore e di provare a far convergere risorse, energie e competenze sui problemi della nostra città».
I fondi solidali come strumento caratterizzante
Per arrivare così vicino ai bisogni della gente, la squadra di Fondazione agisce in una logica di prossimità e in una logica di ascolto e confronto continuo con gli operatori del Terzo settore, con gli steakholder e con le istituzioni. Lo scopo è quello di raggiungere e coinvolgere quanto più possibile le imprese in modo tale da costruire una filantropia che sia in grado di diffondersi in maniera capillare e che possa raggiungere tutti i bisogni dei cittadini in campo sociale, culturale e ambientali. Per fare tutto questo, Fondazione si serve dei fondi solidali, lo strumento caratterizzante che deve essere in grado di offrire un servizio a cittadini e imprese che vogliano donare la loro presenza e vogliano prestare aiuto a chi ne ha più bisogno.
Precisamente, il fondo solidale è una specie di fondazione all'interno di una struttura già esistente, in questo caso facciamo riferimento alla stessa Fondazione di Comunità Milano, alla quale viene chiesto aiuto per gestire in maniera più efficiente le risorse messe a disposizione per la comunità in questione. Questa è una logica che vale per tutti, per le aziende, per gli studi professionali che decidono di creare e gestire azioni di responsabilità sociale d'impresa.
«Noi accompagniamo i donatori, siano esse imprese o siano persone, a realizzare i propri sogni filantropici o di responsabilità sociale d'impresa, incrociando, ovviamente, i bisogni e le priorità del territorio».
Due importanti progetto solidali
Tra i vari progetti redatti, due colpiscono in particolare l'attenzione: #MilanoAiutaUcraina e Youth Bank.
Il fondo Milano Aiuta Ucraina è un progetto che in due mesi è riuscito a raccogliere circa €1.300.000 da parte di cittadini, imprese, operatori culturali, teatri della città - in primis il Teatro alla Scala -, che con grande generosità hanno deciso di donare il loro ricavato a questo fondo, facente parte della Fondazione stessa e viene chiamato Fondo Nexi, costituito nel marzo 2020 per fronteggiare l’emergenza sanitaria da Covid-19 contribuendo alla realizzazione dell’infrastruttura dell’Ospedale presso i padiglioni 1-2 di fieramilanocity e finalizzato a sostenere iniziative e progetti di utilità sociale promossi da Istituzioni ed enti del Terzo Settore.
Milano ospitava circa 10.000 profughi ucraini, per lo più donne e bambini, che erano ospiti presso la comunità ucraina, un'unità importante nella città metropolitana. Insieme al comune di Milano, è stata istituita una task force pubblica e privata che potesse essere in grado di intercettare tutte queste persone bisognose e di offrire loro tutto il sostegno e il supporto necessario per sopravvivere e per affrontare questa situazione di emergenza.
In primo luogo è stato istituito un call center - soprattutto grazie a una donazione importante da parte del calciatore Andrij Ševčenko - che fosse in grado di orientare e di rispondere a tutte le chiamate. Inoltre, è stata istituita una rete capillare di trenta enti sul territorio che fosse in grado, anch'essa, di fornire tutto l'aiuto necessario e tutti i servizi annessi. Grazie a tutto ciò, si è stati capaci di aiutare 2400 persone, ovvero il 20% delle persone bisognose in quel periodo. In più, sono stati istituiti dei corsi di lingua italiana, corsi sportivi per bambini, corsi artistici e ricreativi. C'è stato tanto supporto psicologico ed economico rivolto agli sfollati e alle famiglie - anche italiane - che prontamente hanno ospitato la gente in difficoltà.
E non solo...grazie all'aiuto di Fondo Pensione Cometa e di ASPI, si è riusciti a favorire l'
inserimento lavorativo per più di 200 persone.
Il progetto Youth Bank, invece, è un'esperienza rivolta a giovani dai 16 ai 26 anni che sta maturando nell'area Sud-Ovest, Sud-Est e Adda Martesana. In questo ambito, «i ragazzi imparano come progettare, valutare e finanziare attività e interventi a favore della comunità, mettendo a disposizione il proprio tempo libero e le proprie competenze. Da fruitori di proposte culturali, sociali e sportive pensate da persone adulte, i ragazzi e le ragazze diventano promotrici e promotori di esperienze di politiche locali realizzate da giovani».
Da un lato ci sono gli
Youth Banker, ovvero i ragazzi che gestiscono il bando e la call; dall'altro, ci sono gli
Youth Planner, ovvero i ragazzi che propongono i progetti, generalmente di cittadinanza attiva, di protagonismo, di riqualificazione di qualche luogo, di festival musicali, ecc...
dietro a questi piccolissimi progetti, si nasconde un impegno notevole e traspare la voglia di fare cittadinanza attiva.«Mi emoziona la loro vitalità e anche le loro fragilità. Mi emoziona quando riusciamo a intercettarli e quando riusciamo anche a disintermediare l'organizzazione del Terzo settore, quindi avere un contatto diretto con loro»
Inoltre, vi è la realizzazione di una bellissima iniziativa: La città dei giovani, un programma che sostiene economicamente progetti ideati e realizzati da persone under30 che vogliano attivare e animare spazi e luoghi di socialità nel capoluogo lombardo.