Il Vangelo ci ripropone l’episodio del piccolo Zaccheo, capo dei pubblicani e ricco, che cercava di vedere Gesù. Fin quando egli rimane confuso tra la folla, per la sua piccola statura • e non solo per questo • non gli è consentito di vedere. Prima deve elevarsi arrampicandosi a un albero e poi dovrà scendere in fretta per accogliere a casa sua Colui che cercava nascondendosi tra i rami. Voleva solo vedere Gesù ed ecco che si sente chiamare per nome, invitato da Gesù a scendere in fretta “perché oggi devo fermarmi a casa tua”. Il Signore ci dà molto di più di quanto osiamo sperare da lui. Zaccheo, anche se ricco di soldi, sa di essere un povero peccatore; lo confesserà poi umilmente all’Ospite divino. Il suo obiettivo era soltanto quello di “vedere quale fosse Gesù”. Mai e poi mai si sarebbe sognato di poterlo avere come ospite di casa sua; ancor meno poteva lontanamente sperare i frutti di grazia che poi sarebbero sgorgati da quell’incontro. La presenza del Signore smuoverà la sua coscienza a riconoscere i propri peccati e le ingiustizie commesse; sentirà poi il bisogno di affidare i suoi errori alla misericordia del Signore, si sentirà impegnato a riparare il malfatto e il maltolto, si sentirà interiormente smosso alla solidarietà verso i poveri, poi ascolterà commosso il perdono e la completa assoluzione: “oggi la salvezza è entrata in questa casa”. La conclusione del brano evangelico ci apre il cuore alla speranza: «Il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto». Chi di noi non ha già sperimentato, e rischia di sperimentare, di perdersi? Gesù già ci sta cercando per salvarci!