Santi: dalla tribolazione alla vittoria

Martedì 18-11-25 - La salvezza inizia quando smettiamo di sforzarci e iniziamo a lasciarci attirare.


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È un testo unico quello che abbiamo appena ascoltato nel Vangelo, solo Luca ce ne parla. Ed è un po' un anticipo della Pasqua. Provo a spiegarmi.
Lo potremmo anche collegare col Vangelo di ieri dove, ricorderete, c'era un cieco che giaceva le porte di Gerico che fa tutto quel baccano, gridando, finché Gesù non si ferma e gli chiede quello che tutti vorremmo sentirci dire. Cosa vuoi che io faccia per te? Ma adesso non entro in questo, so soltanto che quello era cieco, ma anche tutti gli altri erano ciechi, perché? Perché dopo che quest'uomo inizia a vedere, e dà gloria a Dio, dice tutto il popolo vedendo: che cosa ha visto? Ha visto un uomo che dal giacere cieco salta e gioisce vedente. Tutto il popolo diede gloria a Dio.
Entrano anche loro in questa sintonia. Prima forse pensavano di vedere, ma non vedevano abbastanza. Così si vede davvero.
E guardate, il caso ci dice che in questo attraversare Gerico c'è un uomo che è così piccolo che non vede. È così piccolo che non vede.
Che caratteristiche ha quest'uomo? Noi penseremmo semplicemente perché è basso. Ma forse anche noi siamo così piccoli tante volte che nonostante viviamo la liturgia, viviamo la preghiera, stiamo con il Signore, ma ancora non lo vediamo, non lo riconosciamo. E lui voleva vedere il Signore.
E la causa è la folla. La causa, chissà che folla di pensieri, di altre cose ci portiamo dentro anche adesso per cui siamo a messa ma non vediamo il Signore. E tante situazioni della vita in cui siamo, forse c'è tanta folla dentro il cuore e non vediamo il Signore.
E si innalza per vederlo su questo sicomoro. Gesù che passa lo chiama per nome e gli dice scendi subito. Ed è un testo particolarmente ricco questo anche perché per due volte si dice la parola oggi. Ma prima qui: Oggi devo fermarmi a casa tua. E dopo dirà oggi la salvezza è entrata in questa casa. Oggi non è una parola che torna spesso.
Penso che siano cinque o sei volte in tutto il Vangelo di Luca e due sono qua. Per dirne l’importanza: Gesù sulla croce dirà oggi, all'inizio della sua predicazione diceva oggi si è compiuta questa parola che avete udito nelle vostre orecchie.
E c'è quell'oggi dell'impero delle tenebre che lo porta alla croce ma che diventa la salvezza. Perché vi sto dicendo questo? Perché ciascuno di noi deve provare un attimino a collocarsi. Oggi dove sei? Cosa stai guardando? Cosa vedi in quello che guardi? Perché forse questo potrebbe essere un aiuto per scendere dai posti dove ci siamo andati a mettere nella vita che però in realtà non ci fanno vedere il Signore.
Tant'è che anche qui c'è tanta gente che giudica il Signore a motivo di Zaccheo. Che Zaccheo fosse capo dei pubblicani e quindi come è facile intuire i pubblicani erano considerati peccatori per antonomasia.
Cioè erano quelli che rubavano, che collaboravano con gli invasori e quindi se questo è un capo figuriamoci. Eppure, e questo potrebbe essere per noi uno spiraglio di luce per vedere anche noi in modo nuovo, eppure accade l'incredibile perché non soltanto Gesù va, lo chiama per nome, va a casa sua, ma solo con la sua presenza Zaccheo cambia. Cambia come forse nessuno di noi potrà mai immaginare.
Un cambiamento che non è uno sforzo perché noi spesso pensiamo che dietro, come Eleazzaro nella prima lettura, che dietro l'adesione alla legge, a Dio, alla sua volontà ci sia un grande sforzo. Invece non è uno sforzo, è un'attrazione così forte che per te diventa il senso stesso della vita. Senza di quello non avrebbe senso tutto il resto.
Allora si capisce l'oggi della salvezza per Zaccheo. Ma sarebbe interessante che anche noi che ci sentiamo figli di Abramo, cioè figli di un popolo che vive di fede a partire dalla fede di Abramo, che anche noi ci sentissimo cercati, non semplicemente cercatori di Dio, come sembra essere Zaccheo qui, ma cercati da Dio. Il figlio dell'uomo infatti è venuto a cercare e a salvare chi era perduto.
Quindi in qualunque situazione ci trovassimo, anche di peccato e di lontananza da Dio, sentirsi cercati. Perché la via della salvezza non è uno sforzo, è un riconoscere che tutto l'amore con cui Dio mi cerca ha anche la forza per portare a compimento questa ricerca, nel senso di riuscire a convincere il mio cuore che è incredulo di quanto amore Lui abbia per noi. E lì si capisce anche il versetto del Salmo che abbiamo ripetuto, il Signore mi sostiene, non mi sforzo, il Signore mi sostiene.
Quello che accade nella mia vita di buono viene proprio da questa presenza che sostiene i miei passi. Ci conceda il Signore questa luce nuova con cui guardare noi stessi, guardare il Signore presente e guardare anche gli altri, che non sono più una folla che mi impedisce, ma dei fratelli con cui camminare.
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Santi: dalla tribolazione alla vittoriaBy Stefano Savoia